Intervista all'Arch. Sciarratta
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" I TEMPLI, L'OLIO, GLI AGRUMI ED IL NERO D'AVOLA SIAMO COSÌ abituati a denigrare la nostra terra, la nostra vita e ogni cosa che non riusciamo ad apprezzare, ma anche solo a osservare, quello che di buono c’è sotto i nostri occhi. È sicuramente il caso della Sicilia e specificatamente della città di Agrigento piena di grandi tesori: la Valle dei Templi con il suo immenso patrimonio disseminato nel Parco Archeologico che la contiene, il centro storico della Città che racchiude tesori inestimabili in monumenti e opere d’arte, il paesaggio, la flora, la fauna, che con il clima in equilibrio ottimale consente un amalgama paesaggistico e culturale unico al mondo, la gente, con uno spiccatissimo senso dell’ospitalità, tale da farti sentire al centro dell’attenzione. Aggiungo la passione, la competenza e il grande spirito di appartenenza alla propria terra, che nello specifico chiamo “sicilianità” e si completa un quadro legato questa volta alle persone. Durante una vacanza in Sicilia, proprio questa estate, ho incontrato in casa di amici, uno di quei siciliani destinati a dare lustro alla propria città, così com’è dedicato all’amore per la propria terra e all’esaltazione delle bellezze naturali e alla tutela e conservazione della storia. Roberto Sciarratta, dirigente l’Unità Operativa per il Parco della Valle dei Templi, coniuga il grande amore per la propria terra, mettendo a disposizione i suoi studi e la sua cultura della Comunità, all’amore per la musica di cui è attivo esecutore, con la grande tradizione culinaria agrigentina, cimentandosi fra i fornelli per perpetrare e sperimentare pietanze e cibi legati alla cultura araba e greca di cui Agrigento è intrisa. - Arch. Sciarratta, qual è il suo ruolo nel parco archeologico agrigentino? “Sono un dirigente del Parco Archeologico e mi occupo della gestione dei beni demaniali, dell’attuazione del piano per gestire il Parco, che è lo strumento che ne regola l’attività, e comprende anche la destinazione d’uso dei terreni circostanti. Ho ricoperto la carica di Commissario straordinario per il Consiglio del Parco fino a due mesi fa e ciò ha consentito all’Ente di potere svolgere correttamente la sua programmazione. Il Parco quale ente autonomo è dotato di un proprio bilancio le cui entrate sono costituite dai proventi determinati dall’introito delle biglietterie che servono alla gestione dei beni demaniale e alla loro valorizzazione e conservazione. Il Parco ha un’estensione di 1300 ettari di cui 350 sono terreni demanializzati gestiti dall’ente mentre per i restanti si sta studiando un bando per l’affidamento con evidenza pubblica). Per ciò che riguarda i terreni direttamente gestiti il Parco è stato capace in questi anni di valorizzare i prodotti dei terreni amministrati; a tal fine già da anni abbiamo raccolto i frutti di questi interventi mirati sui terreni demaniali, coltivati a vigneti, oliveti, agrumeti, mandorleti e altro. Da circa 6 anni produciamo un olio extravergine biologico. Da quest’attività abbiamo tratto tante soddisfazioni, in quanto abbiamo avuto importanti riconoscimenti nazionali alle quali abbiamo partecipato con in nostri prodotti. Gestiamo anche dei vigneti dai quali ricaviamo un “Nero d’Avola” molto apprezzato, precisamente nella piana di San Gregorio. Abbiamo già provveduto alla vendemmia del le uve bianche ed in seguito le proseguiremo con le rosse. A questo proposito abbiamo messo in atto una convenzione con una cooperativa di viticoltori associati a Canicattì. L’enologo di fama nazionale Tonino Guzzo ci segue nelle nostre produzioni e trasformazioni. Possiamo dire quindi che la nostra Amministrazione, nel corso degli anni sia passata dal regime degli espropri dei terreni ad un utilizzo mirato finalizzato alla produzione e alla valorizzazione. Il nostro obiettivo è quello che il il Parco Archeologico possa diventare una risorsa culturale per tutto il territorio”. - Mi parlava anche di sperimentazione. In cosa consiste? “Stiamo predisponendo un bando per l’affidamento di progetti sperimentali nelle aree demaniali. Sulla base di linee guida che l’Amministrazione ha elaborato, inviteremo con procedura ad evidenza pubblica i partecipanti a presentare dei progetti sostenibili per la valorizzazione e conservazione delle aree messe a concorso. Ciò ci consentirà di raggiungere un duplice obiettivo: la valorizzazione esaudendo il motivo per cui il parco esiste come bene dell’“Unesco”, e nel contempo anche di creare opportunità a margine del progetto, di posti di lavoro per questa Provincia, da questo punto di vista fortemente penalizzata. Il bando prevederà il concorso di cooperative e associazioni che dovranno prevedere al loro interno figure professionali specifiche: Archeologi, laureati in beni culturali, architetti paesaggisti. - Mi parlava di “bene sotto la tutela dell’Unesco”. L’Unesco interviene nella gestione amministrativa del Parco? I modesti finanziamenti messi a disposizione dal Ministero al momento non sono stati intercettai da questo Parco. Al momento gli unici introiti che compongono l’entrate del bilancio sono costituiti dai proventi delle biglietterie. Il Parco è visitato attualmente da 600 mila visitatori l’anno, con un incasso di circa 3 milioni di euro l’anno che reinvestiamo nella gestione nel suo complesso. - Considerato l’impegno logistico della gestione, i fondi Unesco non sono piuttosto limitati? “Per fortuna possiamo attingere anche dal fondo europeo. Nella precedente misura europea 2001-2006 abbiamo messi in sicurezza e restaurato i principali monumenti della Valle: il tempio della Concordia, Giunone, Ercole, Esculapio e altri. Per quanto attiene all’attuale programmazione 2007-2013 i primi decreti di finanziamento sono pervenuti il mese scorso, abbiamo spostato l’interesse alla valorizzazione ed al miglioramento dei servizi per il pubblico: dal progetto di restauro del quartiere Ellenistico Romano, che è un’area di grande rilievo archeologico, anche se decentrata rispetto al grande circuito messo a disposizione dei visitatori, per il quale abbiamo un progetto di collegamento con illuminazione e cartellonistica e con opportune segnalazioni. Abbiamo ottenuto un finanziamento per il miglioramento dell’accessibilità da “Porta Quinta”, che è uno dei percorsi obbligati per il giro del Parco, con la istituzione di spazi per il ristoro, di aree verdi, mirate a situazioni di “comfort” per i visitatori considerato l’impegno dei turisti che arrivano da tutto il mondo che devono affrontare da Porta Quinta fino all’estremo lembo del Tempio di Giunone, volendo visitare solo la collina dei templi. Per questa ragione all’interno della Valle abbiamo istituito, per le persone diversamente abili, una navetta elettrica a nove posti, che riesce, specialmente nel periodo estivo a essere di aiuto per agevolare il percorso di visita. Noi auspichiamo che l’intero Parco fosse anche al servizio della città per cui diverrebbe indispensabile un collegamento tra la città e tutta l’area. - Con il suo insediamento ritiene sia stata avviata una fase di riordino di utilizzo turistico e quindi miglioramenti? “Per i miglioramenti preferisco che giudichino gli altri, tecnicamente i risultati sono tangibili ed evidenti e sono attribuibili in prima istanza al Dipartimento dei beni Culturali e dell Identità Siciliana da cui questo Parco dipende. Inoltre con la nomina del nuovo Direttore, l’arch. Giuseppe Parello, persona carica di esperienza e competenza, proveniente dai beni culturali e con il quale abbiamo lavorato insieme anche nel passato, posso sicuramente affermare che si continuerà a lavorare sempre per il miglioramento e la valorizzazione del Parco Archeologico. Tutte queste iniziative sono state possibili appunto per la sinergia creatasi fra Direttore del Parco e il Commissario straordinario che hanno consentito lì apertura di alcuni spazi espositivi chiusi ( Villa Aurea e Casa dei custodi in prossimità del tempio dei Dioscuri) parallelamente alle iniziative culturali come i “Venerdì nella Valle”, appuntamento cadenzato di recitazione musica etnica e jazz, seguito con interesse dalla città e dagli stranieri che spesso si soffermano per godere di queste iniziative”. - Mi parla dell’iniziativa di diffusione via web delle informazioni inerenti all’attività del Parco e il percorso conoscitivo dello stesso? “Nel passato abbiamo informatizzato tutte le attività degli uffici, eliminando il cartaceo. Tale attività è operativa dal 2004. Con il miglioramento e la valorizzazione, in sinergia con il gestore dei servizi aggiuntivi abbiamo pensato di istituire oltre alla semplice audio guida una rete wi-fi con una serie di “access point” per cui il visitatore, con una modesta spesa minore rispetto al noleggio dell’audioguida, ha la possibilità di acquistare un codice e avere questa guida interattiva sul proprio cellulare, in cinque lingue. Abbiamo inoltre implementato tale servizio dando la possibilità al visitatore di noleggiare un cellulare provvisto di apposito “app”. Tutto questo è stato realizzato a costo zero, perché è stato un investimento del gestore dei servizi. Ho ragione di pensare che siamo una delle poche aree archeologiche provviste di tale innovativo servizio. Inutile dire che i risultati sono stati davvero eclatanti. Siamo passati da 100 mila pagine consultate nel mese di agosto dell’anno scorso a 1 milione e 200 mila nell’agosto di quest’anno”. - Del programma triennale di cui parlava, qual è l’obiettivo finale? “L’obiettivo finale cui tende il Parco, contemporaneamente alla conservazione di questo immenso patrimonio, connotare quest’area compresa in questo perimetro che la racchiude valorizzando anche le emergenze ambientali. Abbiamo previsto itinerari anche esterni al parco con la possibilità di accompagnamento da parte di guide particolarmente esperte in agraria ed in paesaggio che partendo dal tempio di Vulcano, percorrono la Valle; è stato progettato un circuito ciclistico con il quale si può godere delle bellezze della Valle che abbiamo già espletato gare regionali e passeggiate che hanno avuto discreto successo. Abbiamo anche iniziato attività didattiche per i ragazzi, accompagnando le scolaresche lungo i percorsi più significativi, spiegando loro le attività di restauro di reperti.” - Ha avuto difficoltà ad applicare questi progetti? “No! Sinceramente non ci sono state grandi difficoltà; è un lavoro di squadra con il Direttore e i colleghi che grande entusiasmo hanno messo a disposizione le proprie professionalità”. - Al comune di Agrigento esiste un assessorato per il Centro Storico ? “No! E come cittadino e architetto devo rilevare che questa è una lacuna che i cittadini agrigentini avvertono. Credo che il recupero la salvaguardia del centro antico della città sia il punto di partenza cui tutti , amministrazioni comprese, dovremmo guardare come unico vero obiettivo fa raggiungere. - Avete pensato a un registro posto all’ingresso per individuare la nazionalità del turista? “Si attraverso i tablet si potrà individuare la provenienza del visitatore che è fondamentale se si vuole utilizzare il dato volto alla pubblicizzazione mirata. L’istituzione di registri appositi è già nostra consuetudine per utilizzarlo e studiarlo”. Attraverso la pubblicazione di questa intervista mi sono posto l’obiettivo di portare a conoscenza di come la genialità e la passione nel proprio lavoro possano contribuire a creare eccellenze a pubblico beneficio. Mi auguro che questa intervista venga attentamente letta da chi come Roberto Sciarratta ha l’onere e la gioia di contribuire ad esaltare i nostri tesori, traendo dalla necessità del fare la forza di migliorare .. |
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