FAKE NEWS – ALLARME NEL MONDO
di Renato Catania GIORNALISMI – IL PUNTO DI VISTA DEL PROFESSOR PIRA Il vicolo cieco in cui si è rifugiata in Italia, la “carta stampata”, ha caratterizzato non solo il crollo delle vendite dei giornali ma insieme al fenomeno delle fake news, ha visto il crollo dell’interesse anche dei tradizionali affezionati lettori. Ormai il settore è sfiduciato, anche perché, nessun progetto serio, appare in grado di bloccarne il declino. Gli studiosi del settore e i comunicatori analizzano continuamente il problema nel tentativo di combatterne gli effetti e Dio sa quanto ce ne sia bisogno. Fra questi il professor Francesco Pira, docente di Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico, Comunicazione Istituzionale, Giornalismo digitale e Comunicazione Integrata, con Andrea Altinier, docente di comunicazione, hanno pubblicato un saggio: “Giornalismi”, che affronta in modo lucido e analitico il fenomeno. Conobbi il Professor Pira in occasione della conferenza stampa di presentazione del saggio “Giornalismi”, indetta, presso il Polo Universitario di Agrigento. In quell’occasione avendo trovato molto interessante l’argomento, chiesi e ottenni l’intervista che segue, precariamente appartati presso un bar letterario della bella Agrigento: -Chi è il lettore interessato al “saggio”? Il libro nasce con una prerogativa: è inserito in una collana di comunicazione e marketing dell’Università Salesiana di Venezia e Verona, quindi è un testo didattico, da Comitato Scientifico. Ha tutte le caratteristiche di un saggio. Quando l’abbiamo scritto, pensavamo che sarebbe stato solo legato a mera fruizione da parte degli studenti. Ci siamo, però, resi conto, che proprio quando stava uscendo il libro, è scoppiato l’allarme “fake news”, in Politica, nella Sanità e in tutto il mondo della comunicazione. È stato il momento in cui esplodeva la questione vaccini. Ci siamo resi conto che era diventato utile per tutti quelli che in qualche modo, impattano con la comunicazione e il linguaggio. Come docente sto tenendo Corsi di Formazione per giornalisti. La prossima settimana sarò a Napoli per tenere un Master dedicato alla Sanità, argomento molto sentito. -Nella prefazione il professor Mariano Diotto, definisce “Giornalismi” Manuale Originale, è dunque da considerare tale?
Sicuramente per com’è strutturato, la definizione è esatta. Chi vorrà leggerlo, sarà prevalentemente un addetto ai lavori. È frutto di due anni di ricerche sul fenomeno “fake news”, in Italia e nel mondo, di cui ritengo ci sia una sottovalutazione. Su questo abbiamo costruito il nostro lavoro. È utile come un manuale ma ha dignità di ricerca. -Secondo quello che leggiamo in “Giornalismi”, una componente della crisi della carta stampata, sembra derivi dall’uso scorretto delle informazioni riportate su internet, su cui attingono molti giornalisti, per approfondimenti e non solo. Ritiene questo metodo inefficace e scarsamente veritiero? Credo che ci sia una pericolosa sottovalutazione delle “fake news”. Non è una cosa casuale o episodica. A oggi, nessuno ha preso seriamente in considerazione, che possa esistere un’industria delle “fake news”. Mi piace ricordare che i più importanti quotidiani alla versione cartacea affiancano quella on line. Il tema è: se la fake new è scritta bene e comincia a entrare nei siti internet di alcuni quotidiani, non solo italiani, a quel punto la diffusione è talmente capillare che potrà essere facilissimo cascarci, vuoi perché non hanno il tempo per la verifica, vuoi perché non la vogliono fare. Secondo me, la prima regola è che non si può pensare di adottare il linguaggio della carta stampata a “Istagram”, tant’è vero che grandi televisioni come la BBC, hanno alcuni telegiornali su “Istagram”, avendo capito che il problema è catturare il lettore in pochi secondi. Per esempio, proprio in quello della BBC, scompare pure la parola a vantaggio di musica e immagine. Appare una striscetta con una sorta di titolo. Diciamo francamente, se è vera questa tendenza e gli americani dicono che nel 2025, sparirà la carta stampata, il futuro dei giornali ex cartacei e on line, è tutto da scrivere. -Ritiene l’informazione viziata dagli interessi personali degli editori, legati alla politica o interessi di parte? In Italia abbiamo la strana situazione che non esiste l’editore puro, o meglio sono un numero sparuto. Gli editori nostrani sono di due Continua...… |
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SE VUOI MANGIARE SPOGLIATI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" SI POTREBBE racchiudere in questo slogan, l’audace idea venuta a un ristoratore di Cerro Maggiore, un comune nel milanese: “L’Italo Americano”, questo è il nome che il titolare Natale Romeo, ha voluto attribuire al suo ristorante, ha la vocazione di dedicare alcune serate ai praticanti il nudismo. A prima vista il ristorante si presenta in modo abbastanza normale, a parte una bandiera americana che sventola nello spazio esterno. All’interno, il locale non tradisce alcun ammiccamento, all’idea comune per i non praticanti: nudismo = erotismo. Niente di tutto questo. La sola differenza, mi ha spiegato il titolare Romeo Natale, anteponendo il suo cognome (vero), che promette romanticismo, quasi volutamente, al nome. Chiedo a Romeo se i frequentatori sono solo uomini o anche donne e con un’ombra di pudore confessa che sono coppie. Gli chiedo se i singoli sono accettati, rispondendomi con un secco “No”. Mi spiega che si può accedere al ristorante, nelle serate dedicate solo attraverso prenotazione. Vincendo la leggera ombra di diffidenza iniziale, dice che arrivano prenotazioni da tutte le parti d’Italia: da Roma, dalla Puglia, da Milano ecc. Lo informo che esiste un altro ristorante per nudisti anche a Londra, ma subito
Continua...... A COLLOQUIO CON IDA CARMINA NEO-SINDACO A 5 STELLE DI PORTO EMPEDOCLE (AG), LA “VIGATA” DI MONTALBANO
“DAVIDE” CONTRO “GOLIA” ED IL SASSO E’ STATO LANCIATO! di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" LE ULTIME ELEZIONI amministrative hanno decretato un consenso inatteso ai sostenitori del Movimento Cinque Stelle. Abbiamo assistito a un vero e proprio sconvolgimento, come il caso di Roma, dove una giovane candidata, ha superato per consensi i vecchi e logori politicanti di professione di tutti partiti politici. Il caso di Torino, che un volto giovane e pulito di donna, ha spiazzato di misura il sindaco uscente della città. Non solo le grandi e importanti città del nord e del centro hanno potuto registrare questo vento di cambiamento, ma anche piccole città di provincia, forse più importanti per valutare la diffusione del Movimento hanno fatto la loro parte. Il caso di Porto Empedocle (Ag), forse più nota, a parte il nome di cui si fregia, il grandissimo e dimenticato filosofo Empedocle, figlio di questa terra, per gli sbarchi di tanti derelitti provenienti da martoriati Paesi. Porto Empedocle ha una sindaca a cinque stelle, Ida Carmina. È avvocato, insegnante ed ex Commissario di Pubblica Sicurezza. -Chi è Ida Carmina? “Ida Carmina è una persona normale, che è sempre vissuta a Porto Empedocle, salvo la nascita palermitana, perché mia nonna abitava a Palermo. Noi siamo sempre vissuti a Porto Empedocle. Appartengo a una famiglia storica del luogo. Siamo presenti all’anagrafe dal 1820, quando il Paese si è costituito nel 1863. È proprio nel nostro sangue, lo amiamo profondamente. Vedendo la situazione di degrado in cui versava, questa grigia cappa determinata perlo più dalla cattiva amministrazione e che i principi della politica non corrispondevano più a quelli che sentivo fossero giusti, ho deciso di scendere in campo direttamente. Inizialmente con un impegno di tipo civico. Mi sono avvicinata ai “5 Stelle” con cui condividevo le idee. Poi, sono stata designata dal Gruppo quale candidata a portavoce sindaco. Sono una madre di famiglia, sposata da ventisette anni, ho due figli, uno di 24 e una ragazza di 21 anni. Sono insegnante di Diritto ed Economia, esercito la professione di avvocato, sono targa d’argento per i venticinque anni di professione. Sono ex commissario di Pubblica sicurezza e questo già denota il mio senso di giustizia. Laureata in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano. In buona sostanza sono questa. Ho sempre fatto volontariato, pur non essendo impegnata in politica. Mi dedicavo alla Società Civile. Da sempre faccio parte dell’Azione Cattolica, in cui ho ricoperto molte cariche. Concepisco il potere come Servizio, non come accaparramento di posizioni. Faccio parte della FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari). Questa è stata la mia vita. Poi, improvvisamente sono stata travolta da questa esperienza politica”. -Cosa rappresenta per lei questa schiacciante vittoria? (Ha vinto con il 72% di preferenze) “Non me lo aspettavo. Porto Empedocle è un Paese molto particolare. Esiste un radicamento di lobby politiche e imprenditoriali: Enel, Italcementi e tante realtà potenti. Le risorse sarebbero diventate o potrebbero diventare “punti neri”. Siamo speranzosi e cercheremo di trarre il meglio da ogni situazione. Devo dire che abbiamo già avuto incontri con i responsabili di queste realtà e si sono dichiarati pronti a collaborare per il bene della città. Questa schiacciante vittoria penso sia il segnale della stanchezza di un popolo. Qui vicino a me è la consigliera Cortelli, la più votata del movimento, eravamo sole dinanzi ai seggi. Come si usa fare. È stata come la vittoria di Davide contro Golia. C’è stata una grande festa, come una liberazione, più che il festeggiamento di un’elezione con caroselli di macchine, centinaia di macchine. Qui, davanti alla casa comunale a prendere un cappuccino alle 11 di sera, fiaccata da una pesante giornata. Sono stata trascinata in Comune quasi di peso. Sembrava “La presa della Bastiglia”. Il popolo tutto presente quì. Insomma, la liberazione”. -Cosa si aspettano gli Empedoclini, da lei in particolare e dal Movimento5S? “Secondo me si aspettano una rivoluzione culturale nel modo di fare politica. Una politica che sia veramente a servizio di tutti i cittadini, senza favoritismi. Queste lobby avevano determinato situazioni tali per cui i cittadini non si sentivano più rappresentati da questo Comune e da questa politica che faceva solo interessi di pochi. Perseguire la sola via della correttezza e della solidarietà. Senza alcuna possibilità di corruzione”. -Ritiene che Porto Empedocle debba cambiare e in quali punti? “C’è una scaletta che naturalmente non può essere perseguita: primo, secondo, terzo, ma molti punti si dovranno portare avanti insieme. Certamente c’è da rifare l’approccio fra cittadini e pubblica amministrazione. La macchina amministrativa è piuttosto lenta, non si è curata della formazione del personale. C’è da ricostruire il senso della comunità, cioè Porto Empedocle per questa ragione è discriminata, si è molto sviluppato il senso individualista. Bisogna far capire che il Comune, nel paese è la casa di tutti, curato come se fosse la nostra casa”. -Lei ha parlato di formazione del personale, ritiene essere una priorità? “Si! L’abbiamo pensato come punto essenziale del programma, per la modernizzazione della macchina amministrativa. Abbiamo anche pensato una sorta di termometro, per conoscere quale sia la sensazione che provano i cittadini, rispetto alla nostra gestione amministrativa. Abbiamo anche predisposto un numero su ”WhatsApp” per segnalazioni anonime, per capire cosa non va”. -Lei è sotto la lente d’ingrandimento, a livello nazionale, anche se sindaco di una cittadina di provincia. Gli Italiani la osservano per valutare la valenza del Movimento. “Di questo sono perfettamente consapevole. Siamo presenti soltanto in 38 comuni in tutta Italia. Sono una persona che ha ben chiari i suoi principi. Non derogo facilmente. Spero di fare onore, rispetto alla fiducia che mi è stata data. Certo, il ruolo del sindaco e forse il più difficile in assoluto fra i ruoli politici, perché la legislazione è complessa. Ci sono molti aspetti, che possono essere sanzionati penalmente. Siamo esseri umani e tutti possiamo incorrere in errori. Tuttavia sono abbastanza sicura di me, di quello che sono e sono stata nella vita. Dovrei solo impazzire per modificare un cambiamento di ruolo”. - La precedente Amministrazione Firetto, anch’essa voluta con grande partecipazione popolare, alla fine del mandato è stata molto contestata anche in modo calunnioso, cosa ne pensa? “In realtà, inizialmente non è stata contestata. È stato contestato che Firetto se ne sia andato e non si sia dimesso prima, per consentire immediate elezioni, non il lungo commissariamento che ha ulteriormente danneggiato la Città. Un commissario è un’altra cosa rispetto a un’amministrazione votata dal popolo e che risponde al popolo. In realtà le vicende dell’amministrazione Firetto si sono venute a conoscere dopo, perché gli empedoclini ritenevano, fino alla fine che ci fosse un avanzo di amministrazione per come poi è stato dichiarato. Oggi, leggendo le carte, abbiamo verificato un disavanzo di circa 20 milioni di euro di debiti”. - Mi risulta che tutti sapevano. “Forse lo sapevano come diceria, perché gli atti ufficiali non riportavano questo. Noi siamo per la giustizia, non per le calunnie, per cui preferiamo attenerci ai dati. Qui non si lamentava nessuno, anzi lui (Firetto), aveva beneficiato i dipendenti comunali con il raddoppio delle ore. Qui c’erano sempre spettacoli a beneficio del popolo. Spendeva molto, più di quello che c’era. Tant‘è vero che questa diceria, come dice lei, era solamente tale, perché ad Agrigento è stato accolto a braccia aperte, quando gli agrigentini non facilmente si affidano a un estraneo per eleggerlo “coram populo”, come hanno fatto, significa che anche lì la situazione positiva a scadenza del mandato era arrivata. Il problema è che quella era forse più una bolla di sapone che l’effettiva realtà, che ci ha lasciati davvero nel fango per non dire altro” - Quali potenzialità possiede Porto Empedocle, che ritiene possa accentuare? “Certamente, la potenzialità del turismo. Noi viviamo in una città bellissima dal clima straordinario. Abbiamo tradizioni storico-culturali e letterarie di spessore. Sostanzialmente Pirandello era Empedoclino, anche se n’è attribuita la paternità Agrigento. Abbiamo meravigliose spiagge che si estendono per chilometri. Siamo in mezzo tra la Valle di Templi e la Scala dei Turchi, la quale vero è che rientra nel territorio di Realmonte, ma è una linea molto lieve, infatti, i residenti, l’area della Scala sono per la maggior parte empedoclini. Abbiamo con Realmonte l’unione dei Comuni, per cui possiamo considerare un po’ nostra anche la Scala dei Turchi. Con queste premesse, puntare sull’industriale, è stata una follia, nel senso che, se un tempo poteva avere una sua giustificazione, oggi sicuramente è una strada da non percorrere fino in fondo. Noi siamo più per attività economiche ecocompatibili. Ad esempio siamo assolutamente contrari al rigasificatore, perché antieconomico, costituisce un pericolo per la popolazione. Chiaramente Continua...... Come curare la Couperose
Pubblicato sullo "Strillo online" a cura di C. De Ciampis LA CoUPERoSE è un inestetismo formato da chiazze dovute alla dilatazione sottocutanea di alcuni capillari che sfibrandosi formano una sorta di anestetico reticolo visibile sul volto, tra gli zigomi e i laterali del naso, assumendo un particolare aspetto ad ali di farfalla. Per Curare quest’affezione tipicamente femminile accanto al rimedio della luce pulsata esistono rimedi naturali e cosmetici che si possono utilizzare nelle forme leggere. A tal proposito ci rivolgiamo al nostro Enzo Visiello, veterano visagista e massaggiatore estetico, per qualche spiegazione e aiuto: - Come effettuare la detersione del viso affetto da couperose? “Occorre capire prima di tutto se ci troviamo di fronte effettivamente ad un fenomeno di couperose e ciò il dermatologo può affermarlo. Accertato ciò la detersione può avvenire con una metodologia delicata ovvero non sfregare le zone sia nella pulizia giornaliera che nella applicazione del mare up. Evitare saponi e preferire latte detergente e tonici naturali”. - Ci sono consigli naturali per attenuare o eliminare il rossore, nelle forme lievi, con prodotti topici o tisane? “La pelle è Continua...... UN SISTEMA TRIBUTARIO SEMPLICE E PUNTUALE IDEATO DA UN GENIALE FUNZIONARIO DELL’UFFICIO TRIBUTI
ECCO A VOI FISCOMAT! di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Un metodo che dovrebbe, se applicato, rivoluzionare il metodo di riscossione dei tributi dove tutti, nessuno escluso, pagherebbero le tasse e non ci sarebbe evasione fiscale considerata l’equità dell’applicazione di tale sistema. Fusse ca fusse la volta bona?!! “SICILIA TERRA DI EVASORI.
Buco nero da 3 miliardi” recitava il titolo di testa di un quotidiano siciliano domenica 30 giugno 2013. Certo non è una novità che l’evasione fiscale in Italia fa più danni della politica, anche se è proprio la politica con i partiti, che hanno generato negli anni questo fenomeno. Mi chiedo: se non esistesse evasione fiscale e tutti i contribuenti pagassero le tasse, in quale “buco nero”, la politica riporrebbe questo fiume di denaro? Casualmente, ho scoperto un sistema Tributario semplice e puntuale, ideato da un uomo che opera nel campo della riscossione dei tributi, che secondo lui cambierebbe radicalmente il sistema. Di seguito apprendiamo direttamente, attraverso questa intervista, il suo progetto: - Quale è il suo lavoro? “Sono un quadro direttivo della società che si occupa della riscossione dei tributi nella Regione Sicilia, appassionato di economia, che ha a cuore la stabilità economica del mio Paese. Amo il mio lavoro, ma in questi ultimi tempi, le difficoltà economiche, hanno creato attorno a noi operatori, un’aureola di diffidenza, che rasenta l’ostilità”. - Percepite premi, legati alla riscossione dei tributi? “Abbiamo percepito premi legati alla produzione, come qualsiasi altra società, ma la congiuntura economica e la riforma sulla riscossione, che prevede l’elevazione dell’ipoteca, aumento della rateizzazione nel pagamento dei tributi e il divieto di eseguire pignoramenti per la prima casa, e altro, non determinato più tali condizioni”. - Questa nuova norma potrebbe causare minor stimolo da parte degli operatori alla riscossione dei tributi? Continua...... MARIO MANTOVANI
Senatore della Repubblica e Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture. di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" La responsabilità di un giornalista è di informare con obiettività, senza lasciarsi andare necessariamente a circonlocuzioni o battute pur di attrarre l'attenzione. Oggi come non mai, sembra che, più un giornalista riesca a sputare veleno, più crede di affinare la sua professione. Sfido qualunque giornalista, persino di Repubblica o dell'Espresso a dir male dell'intervista rilasciatami dal Senatore Mantovani, che nel suo Ufficio di Milano mi ha accolto con estrema semplicità e disponibilità, non eludendo nessuna domanda, anzi al contrario si è messo a disposizione dell'informazione per far conoscere la sua complessa attività Istituzionale. Mario Mantovani, tipica espressione della provincia milanese, ha dedicato tutta la sua vita agli altri attraverso la creazione di una cooperativa e di una fondazione dedita all'assistenza degli anziani. Laureato in lingue e letterature Continua...... I POLITICI DI VALORE TROVANO SEMPRE LE SOLUZIONI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" CIRO CIRILLO, uno degli uomini più attenti e preparati, che la nostra classe politica abbia mai avuto, ha compiuto 90 anni e dialogare con lui è veramente gratificante, per la competenza e lucidità politica con cui affronta i concetti politici di ieri, che purtroppo sono ancora quelli di oggi. Se i personaggi, che oggi hanno il compito di governarci, avessero la metà del suo buonsenso, non assisteremmo alle uniche lotte di cui sono capaci, che sono quelle per la conquista di poltrone e poltroncine: Presidente, lei è stato un politico importante all’interno della DC, oggi da novantenne con un lungo vissuto, cosa pensa della politica d’oggi? “Il mio vissuto di politico di ieri si scontra fortemente con il muro contro muro della politica di oggi. La contrapposizione ideologica non ci impediva di colloquiare con la parte avversa. Voglio dire, che l’opposizione aveva un ruolo ben determinato di controllo verso la maggioranza e diversità non voleva essere la negazione a prescindere. L’opposizione faceva di tutto per meritare l’alternanza di Governo, portando idee e valore aggiunto alle leggi in itinere e capitava anche che proposte da parte dell’opposizione determinavano aggiustamenti a Continua...... tratto dal periodico "Lo Strillo"
di Renato Catania Poveri ma con la Griffe Intervista a Paolo Boggi “Io penso che i napoletani, rispetto al resto degli italiani, siano particolarmente diversi. Questo si nota quando emigrano e riescono a mostrare il lato migliore, che si manifesta in genialità, intelligenza, simpatia e tanto altro. Emergono! Nel bene e purtroppo qualche volta nel male. Le terre del sud sono terre pensanti, che hanno una spiccata dimensione teologica. Il miracolo, la religiosità, anche se non ci credono, il sangue di San Gennaro. Una grandissima virtù che non sarà mai avida, severa, come cita Bocca nel suo libro, dove appunto girando per Napoli, si rivolgeva all’assessore al traffico dicendo: - ma tu perché mi fai posteggiare dove c’è il divieto? E lui - adda i accussì”. Comincia così la conversazione tra me e Paolo Boggi, arcinoto imprenditore salernitano trapiantato a Milano e fondatore di una prestigiosa catena di negozi di abbigliamento, che iniziata da questa generosa città, ha potuto espandersi, portando competenza, gusto e raffinatezza. - A Milano, con i suoi negozi e la sua intraprendenza, aveva sfondato, e mi sono chiesto perché ha deciso di abbandonare? “Ho smesso nel 2003. La decisione è maturata dopo l’attentato a New York dell’11 settembre del 2001. Vedevo e pensavo che da quel momento sarebbe stata la fine di un certo capitalismo. Mi sono detto: non Continua...... Intervista a Malgioglio
di Renato Catania Pubblicata sulla rivista Lui Intervista a Melody Castellari
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" NELLA nostra bella e canterina Italia, sembra che la musica si faccia solo in televisione ed anche lì, solo a Sanremo, X Factor o da Amici. Non è così. Navigando in internet, casualmente, mi sono imbattuto in un nome che da solo, mi ha evocato suoni gradevoli: Melody. Il suo blog intenso e controverso mi ha intrigato. Mi ha incuriosito anche il fatto che è molto conosciuta in Giappone dove ha venduto molti CD e mi sono appunto chiesto come mai un talento come il suo non ha trovato una ribalta che la lanciasse, tra l’altro il cognome di Melody è Castellari, figlia del noto musicista Corrado, conteso da molti artisti del bel canto. Ho così deciso d’incontrarla per conoscerla e capire come mai certi talenti..non escono fuori. - Melody è il suo nome d’arte? “No è il mio vero nome. Mamma e papà entrambi musicisti, hanno voluto segnare il mio futuro, dandomi questo nome”. - Chi sono stati i tuoi modelli? “Sono una grande fan di Whitney Houston, Maraya Kerry ed Aretha Franklin. Amo il loro repertorio, la loro voce, le loro scelte musicali ed ho trascorso lunghe ore ad ascoltarle per apprenderne la tecnica nel canto”. - Nemo profeta in patria visto che è più apprezzata all’estero? Continua...... Intervista a Gianni Morandi
di Renato Catania Pubblicato su Grand Hotel Intervista a Vladimir Luxuria
di Renato Catania Pubblicato su GRAND HOTEL Continua.....
Intervista a Mario Mauro
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" QUANDO si pensa all’agricoltura è automatico pensare subito al contadino chino sui campi, ma è uno stereotipo che non corrisponde più alla realtà odierna di imprenditori o di associazioni di agricoltori che promuovono idee e azioni volte alla conservazione delle produzioni ed alla salvaguardia della dignità e genialità di chi opera in questo settore. Una di queste è “2014: per Agricoltura di Domani” il cui Manifesto è stato sottoscritto da Imprenditori, Tecnici, Docenti Universitari e Politici e fra questi l’on. Mario Mauro, vice Presidente del Parlamento Europeo e Rappresentante Personale della Presidenza OSCE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), che sostiene fattivamente questa Associazione. - On. Mauro la nostra Agricoltura può oggi avere un ruolo primario in Europa, considerata la vocazione agricola del nostro Paese? “L’Agricoltura ha recuperato un ruolo strategico in ordine dei futuri bisogni. Noi veniamo da un tempo in cui si pensava si contraesse la domanda di cibo, ad un tempo in cui ci si è resi conto che la domanda di cibo si è invece potenziata. La nostra agricoltura ha questi requisiti, perché mette insieme un gran numero di produzioni di carattere pregiato, con una sostanziale capacità d’innovazione. L’alta considerazione in cui è tenuto il nostro Paese è stata la premessa indispensabile perché l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare sia andata nel luogo giusto. La scelta di Parma, favorita da una attività lobbistica molto importante da parte del Presidente Continua...... Intervista a Franca Gandolfi moglie di Domenico Modugno
di Renato Catania Pubblicato su Grand Hotel Continua.....
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INTERVISTA ALL’ARCH. GIUSEPPE PARELLO DIRETTORE PARCO ARCHEOLOGICO VALLE DEI TEMPLI SULLA NUOVA SCOPERTA
DESTINAZIONE AKRAGAS ALLE RADICI DELLA STORIA di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" UN EVENTO straordinario, nel Parco Archeologico della Valle dei Templi, ha destato molto interesse e curiosità, in tutto il mondo: la scoperta di un teatro nel Quartiere Ellenistico Romano. Abbiamo sentito il Direttore del Parco, architetto Parello, che ci ha chiarito e sapientemente illustrato lo stato di fatto della scoperta. Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi è una struttura del Dipartimento Beni Culturali, dotata di autonomia gestionale. Istituito con la legge regionale 20/2000, ricalcando il perimetro della zona A dei precedenti vincoli ministeriali del 1968 e del 1971 e della Regione Siciliana del 1991. - Direttore Parello, alla luce della nuova scoperta di un teatro nell’ambito del parco archeologico può chiarirci esattamente a quale epoca risale? “L’evidenza del ritrovamento porta a dire che è risalente al periodo Ellenistico. Tra l’altro è anche coerente con la sistemazione dell’area dell’Agorà. C’è un ridisegno complessivo dell’Agorà in cui alcuni monumenti vengono obliterati, altri realizzati ex novo. La nostra indagine in questo momento non è concentrata solo sul teatro, ma è estesa a tutto l’ambito dell’Agorà e del quartiere ellenistico romano che si affacciava sull’Agorà. In questo momento gli scavi in corso sono orientati in tre settori: il teatro, il tempio romano e il quartiere ellenistico romano. Stiamo intervenendo grazie ai finanziamenti della Comunità Europea, gestiti dal Ministero dei Beni Culturali, l’altro, al momento, deriva dai fondi del Parco, cioè lo “sbigliettamento”. Nel 2016 c’è stato un aumento di visitatori e abbiamo deciso di utilizzare circa 400.000 euro, per approfondire lo scavo del teatro, dopo i primi saggi che erano stati fatti che hanno portato alla scoperta. Oltre agli scavi si sta operando attraverso la collaborazione con Duke Universty i cui tecnici hanno avviato indagini effettuati con droni, tecnologicamente all’avanguardia su tutta l’area del Parco. Ovviamente a partire da quest’ambito in cui stiamo concentrando le ricerche. Questo è un periodo da rivalutare, sia quello Romano che quello Ellenistico. Anche quello tardo antico, perché la Valle di Templi è conosciuta per la fase della città di Akragas. Nel periodo greco, lo è un poco meno per quello che riguarda il periodo successivo, in cui la città cambia nome e si chiamerà Agrigentum.” - Questo ritrovamento potrebbe ridisegnare il territorio? “Si! Lo spazio baricentrico, rispetto all’abitato, sarebbe spostato mostrando un’altra Continua...... HO SCRITTO T’AMO SULLA CARNE VIVA
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Cristiano, possiamo dire che Mina ti ha scelto ancora una volta. Pensavi che questo potesse ancora accadere dopo tanti anni di assenza dagli albums della “Tigre di Cremona”, o sei tu che l'hai scelta ancora?
Bella domanda. Devo dire che quando voglio ardentemente una cosa la ottengo, ovviamente con sacrifici, che non mi spaventano. In questo caso ero certo di proporre a Mina due canzoni molto adatte alla sua drammaticità interpretativa: “carne viva” e “vita loca”. Sono contento che la Stampa occupandosene abbia dato giudizi positivi, anche se qualcuno ha detto che sono stato riabilitato. Non capisco da cosa, perché io non ho mai smesso di scrivere e pubblicare per me stesso e per gli altri. Faccio un album l'anno, anche se in questo periodo di crisi discografica, non dà grandi soddisfazioni di vendite e come tanti altri miei colleghi ce li ascoltiamo da soli. Non mi è mai mancata la voglia di scrivere e l'ispirazione mi viene direttamente dalla vita di ogni giorno. Ultimamente ho scritto una canzone per Iva Zanicchi, “regine di primavera” che ha interpretata magnificamente con Paloma San Basilio. Iva però, è una grande artista, ma di una pigrizia assoluta. Non si è resa conto di avere una canzone strepitosa, che meriterebbe un gran successo. Sopratutto se la promuovesse opportunamente, potrebbe portare ulteriore lustro alla sua già magnifica carriera d'interprete. Ma torniamo a “Facile” titolo dell'album di Mina: ho chiamato uno dei miei pezzi “carne viva”, che senza nulla togliere ad altre interpreti italiane, trovo possano essere poco adatte a questo brano, che ha una grande forza. Sono certo che se ci fossero stati i bacchettoni della Rai di una volta, non avrebbero consentito la trasmissione di questa canzone, come hanno fatto per un lungo periodo con “l'importante è finire”, che per fortuna aveva propria autonomia che gli ha consentito di sfondare senza perché o percome. Il testo è nato durante la mia avventura “all'Isola dei famosi”, tant'è vero che appena uscito dall'isola, ho urlato il nome di Mina. L'ho subito inviato, ma sono passati diversi mesi prima che avessi una risposta. Ricordo che mi trovavo a Madrid, quando squillò il telefono, una voce dall'altro capo mi disse: “ciao, sono Mina” ed io: “Certo! Io sono Anita Garibaldi”. Non capivo, non sapevo, non immaginavo, pensavo ad uno scherzo. Abbiamo parlato, erano anni che non la sentivo, anche se la voce era identica a prima. Sono felice, per me si è ripetuta l'emozione della prima volta. Da addetto ai lavori, chi è Mina oggi per te? Come la definiresti? In Italia Mina è ancora la numero 1? Mina non è la numero uno, Mina non ha numero, Mina non ha colleghe. É come chiedere ad un appassionato di lirica se la Callas era una numero uno. Sono geni che non possono essere classificati. Mina è unica. Da estimatore di musica internazionale, ritengo Mina una delle 10 interpreti più grandi al mondo. Non sono solo a pensarla in questo modo, dive internazionali, come Liza Minnelli, hanno tentato di duettare con Mina. Lo stesso Continua...... Incontri: Antonio Lubrano, giornalista, scrittore, uomo di televisione
HA SCRITTO UN LIBRO SORRIDENTE di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" “Non lavoro più per la RAI, il nuovo direttore Gubitosi si è inventato una norma, inesistente fino a due anni fa, che tutti gli ex dipendenti della Rete, non possono continuare ad avere contratti di collaborazione annuali, sicché io e altri vecchi collaboratori dell’Azienda, siamo stati messi sgarbatamente alla porta senza neppure una lettera di spiegazioni, Ho scritto anche al presidente, signora Tarantola, che immaginavo avesse altra idea del potere. Lei crede che mi abbia risposto? È passato più di un anno, nulla” “NON HO MAI AVUTO nessun timore del cosiddetto culo di bottiglia”.
Questa frase, pronunciata d’impulso mordendosi il labbro con antico pudore che tanto fa bene ascoltare. A pronunciarla è Antonio Lubrano, seduto accanto a me in un bar letterario nella zona dei Navigli a Milano. Mi ha fissato lui appuntamento in questo bar a me sconosciuto, che sembra esistere solo per accogliere intellettuali d’epoca. La voglia d’incontrarlo e conoscerlo mi è venuta sentendo per caso in televisione che Lubrano aveva scritto un altro libro. La curiosità c’era, ho avuto il forte impulso di conoscerlo, così misurato e sensibile, per come me lo ricordavo. Dopo i convenevoli ci accomodiamo in un tavolo d’angolo accanto a una vetrata e a una pila di libri su un piccolo scaffale d’epoca d’annunziana. Il mio primo slancio è di sentire il suo parere su una domanda che molti si pongono: - Che cosa è cambiato nell’ambito dell’informazione dagli inizi della sua professione? “Dipende da come ci si rapporta con la Televisione. La sua domanda fa intuire che la televisione è cambiata, soprattutto cambia chi fa televisione. Io mi sono posto sempre un problema: l’importante è come uno si muove. Se uno è sempre se stesso nella vita privata come in quella pubblica, la televisione non lo altera per niente. Non ho mai avuto nessun timore del culo di bottiglia, perché la telecamera somiglia al sedere di una bottiglia. Sapere che aldilà di quell’oggetto, c’è il pubblico mi sento di creare un dialogo aperto. Amo molto il pubblico e il desiderio d’informare è sempre stato il motore che ha fatto muovere i cardini della mia professione. Certo è difficile sottrarsi alla suggestione d’internet, Quello che è cambiato è lo strumento tecnologico, quindi il modo di fare comunicazione. Il pubblico, oggi, il famoso sconosciuto interlocutore che batte sulla tastiera del suo computer per collegarsi, è lui che comanda. Gli stessi giornali che dettavano legge perché esclusivi diffusori d’informazione, vendono molto meno e molti hanno creato siti web”. - Quando lei era ospite, autore, interprete di programmi televisivi, rispetto a oggi, da spettatore, la televisione ha una diversa impronta o è cambiato poco. “No! Assolutamente, forse posso dare una risposta falsata, perché provengo dalla televisione di Angelo Guglielmi, che è stato il più grosso animale televisivo di sempre per aver capito che la televisione deve essere realtà: no filtro teatrale, non filtro finzione. Del resto tutti i programmi nati sotto la sua direzione avevano questa cifra. Molti di quei programmi resistono ancora, tipo “chi l’ha visto”, legatissima per definizione alla realtà. È chiaro che la televisione d’oggi è spettacolo e aggiungo, il peggiore, becero. C’è una cosa però che i dirigenti d’oggi non hanno previsto: lo spettatore ha le scatole piene di questo bombardamento pubblicitario. Recentemente, da un’indagine affidata a una grossa società del settore, è emerso che il consumatore e diventato proattivo, è molto più infedele di prima, che non si fa condizionare, anzi è diventato reticente”. - Lei ha lavorato per diverse testate giornalistiche, qual è stata quella più vicina alle sue idee e perché. “Ho iniziato presso una “testata” napoletana: “Il Giornale”, che non ha niente a che vedere con “Il Giornale” di Feltri o Sallusti, parlo degli anni ‘50. Ho imparato il Mestiere frequentando, di notte, la tipografia del giornale, che si trovava a Spaccanapoli. Il vice capo cronista, Antonio Ravel, mio maestro, che mi ha insegnato come s’impagina, come si fa un titolo, come si scrive una notizia e molto al Continua...... SPACCATO DI PROVINCIA NELLA CITTÀ PIRANDELLIANA: A COLLOQUIO CON UN DIPENDENTE DELL’ENTE PROVINCIA
NON CI AMMAZZIAMO DI LAVORO: CHE NOIA VEDERE FILM AL COMPUTER di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" È NOTIZIA di questi giorni che la regione Sicilia, ha già
approvato la legge che abolisce le Province. La notizia è apparsa su tutti i giornali. In realtà è un evento. Il provvedimento, se ben fatto potrebbe innescare la serie di atti che tenderebbero al risparmio della spesa pubblica. Intanto, attraverso l’intervista che segue, rilasciatami da un anonimo dipendente della Provincia di Agrigento, è descritto lo stato dell’arte, oggi, nelle Province italiane. - Il disegno di legge per l’abolizione delle Province, in Sicilia, è passato anche con i voti del Movimento 5 stelle. La Sicilia ha precorso i tempi, rispetto al resto del continente. Secondo lei, sarà un provvedimento avventato che penalizzerà la cosa pubblica? “Il provvedimento in se è sicuramente da “encomio”, la cosa che preoccupa è che i politici, per amore di “potere”, possano sporcare l’iniziativa al punto da renderla complicata e in sostanza inutile. Il mio non è pessimismo, ma basta guardarsi indietro per accorgersi che l’Amministrazione pubblica in tutta Italia è un colabrodo che dissipa inutilmente denaro pubblico”. - A dirlo è un dipendente della Provincia di Agrigento. Da quanto tempo è dipendente provinciale? “Da 2001”. - In quale città è la sua sede di lavoro? “Agrigento”. - Che opinione ha dell’Ente in cui lavora? “Ho firmato perché chiudessero le Province. Ritengo davvero che la provincia sia un Ente inutile, così com’è concepita, almeno la Provincia di Agrigento. L’ho scoperto quando sono stata assunta”. - Che cosa intende per Ente inutile? “Secondo me le competenze delle province possono essere espletate dai Comuni per il territorio competente. C’è da dire anche che molte competenze sono espletate da entrambi gli Enti, creando confusione e ritardi attuativi. Inoltre esiste un fiorente sottobosco di persone che non lavorano o che comunque non sono utilizzate. Per ciò che mi riguarda, se il mio dirigente non mi assegna una competenza di lavoro, che faccio? Non posso arbitrariamente accaparrarmi un Servizio. C’è un enorme esubero di personale per scarse competenze”. - Nel suo settore in quanti siete? Continua...... MARIO ORFEO
Direttore del Mattino di Napoli di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Giungo in taxi in Via Chiatamone, il traffico è esagerato, ma per Napoli è normale. Un palazzo annerito dal tempo si presenta ai miei occhi. E’ austero, sono un poco intimidito dalla storia del giornale Il Mattino, ma subito mi rendo conto del privilegio di intervistarne il direttore. Sono in anticipo come il solito. Poco dopo egli stesso si scusa per il ritardo, ma non lo è. Mi introduce amabilmente nel suo studio ed iniziamo subito l’approccio: Continua...... Intervista all'Arch. Sciarratta
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" I TEMPLI, L'OLIO, GLI AGRUMI ED IL NERO D'AVOLA SIAMO COSÌ abituati a denigrare la nostra terra, la nostra vita e ogni cosa che non riusciamo ad apprezzare, ma anche solo a osservare, quello che di buono c’è sotto i nostri occhi. È sicuramente il caso della Sicilia e specificatamente della città di Agrigento piena di grandi tesori: la Valle dei Templi con il suo immenso patrimonio disseminato nel Parco Archeologico che la contiene, il centro storico della Città che racchiude tesori inestimabili in monumenti e opere d’arte, il paesaggio, la flora, la fauna, che con il clima in equilibrio ottimale consente un amalgama paesaggistico e culturale unico al mondo, la Continua..... Intervista al conduttore televisivo Massimo Giletti
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" L’INTRATTENIMENTO televisivo domenicale è appena iniziato. I palinsesti di Rai e Mediaset, hanno sfoderato tutte le loro novità per accaparrarsi il primato “dell’audience”, che come ben sappiamo attrae pubblicità e quindi risorse economiche. Certo, le idee degli autori non sono tutte innovative ed attraenti, ma per fortuna in tanta “fuffa” (mediocrità), qualche segmento nell’insieme, ci ricompensa dei pomeriggi che molti italiani passano in poltrona ad annoiarsi e sbadigliare. È sicuramente il caso dell’Arena, il segmento d’intrattenimento, che tutte le domeniche apre su Rai Uno il pomeriggio. Professionalmente condotto da uno dei personaggi più accreditati nella rete, che con garbo e decisione introduce il pubblico televisivo nel suo salotto con argomenti interessanti e sapientemente attuali. Parlo di Massimo Giletti, amato scapolo d’oro italiano, che negli anni ha fatto innamorare le nostre mamme e le nostre zie. Ho avuto l’occasione d’intervistarlo a Milano, ospite di un albergo del Centro: Continua..... Intervista ad Aldo Busi
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" ALDO BUSI, scrittore, iconoclasta ed intellettuale provocatore. Non è certamente un “piacione” se dovessi usare il suo frasario piuttosto brutale direi che è un rompic… Per ciò che mi riguarda l'ho sempre percepito come una persona che si tiene volutamente lontana dal resto del mondo. La sua biografia dice di un’infanzia difficile ed incompresa, che ha dovuto molto presto rimboccarsi le maniche. Dopo la licenza media a soli 14 anni, va via di casa si sostiene lavorando in alberghi e ristoranti. Comincia intanto a scrivere, sua grande passione fin da giovanissimo. Successivamente per maturare esperienze va prima in Francia, poi in Inghilterra, Monaco di Baviera ecc. facendo anche i mestieri più umili. Si laurea in Continua...... Intervista a Cristiano Malgioglio
di Renato Catania Pubblicato su Grand Hotel Renato Catania intervista Marcello Veneziani.
Cultura, una parola in bocca a molti, si scrive, si parla e si straparla di cultura di programmi culturali, di uomini di cultura, in questo variegato panorama di chi si fregia essere e non lo è, di chi lo è non si fregia, di chi sostiene che la cultura è solo a sinistra, di chi dice che c'è anche a destra, noi pensiamo che la cultura è come l'Arte, non ha lati, non ha destra né sinistra, non ha neanche un centro, ma ha persone che esprimono punti di vista, idee, condivisibili o meno, che ci fanno riflettere, che ci fanno inc..re, che ci fanno condividere. Abbiamo incontrato Marcello Veneziani, perché ci incuriosisce la sua "penna", perché sta all' opposto ed anche perché s'è tagliato i baffi….. - Chi è oggi Marcello Veneziani sulla ribalta politica, come uomo di cultura e, se mi posso permettere, nella vita privata? "Veneziani non c'è e non vuole esserci sulla ribalta politica. Preferisco scrivere, vivere e pensare Continua..... Intervista allo stilista Carlo Pignatelli
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Maestro, la crisi economica sembra abbia causato un rallentamento anche nel settore moda, fiore all'occhiello dell' economia Italiana. Anche lei può testimoniare tale tendenza? Sicuramente la crisi ha colpito tutto il mercato, anche quello della moda. Per quanto ci riguarda, essendo la linea cerimonia, il nostro cavallo di battaglia, continuiamo a vendere soprattutto per le occasioni importanti, come matrimoni e feste di un certo calibro. Quale osservatore di moda potrei connotarla in un capitolo a parte nelle grandi firme della Sartoria Italiana, per la sua scelta iniziale che la vede leader nel settore cerimonia. Ritiene che tale caratteristica abbia agevolato la sua casa di moda? Continua..... LI MANDA “PICONE”
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" “Essere commissario ad acta nei vari ATO non è un premio, perché siamo mal pagati e sono molte e grandi le responsabilità. In Regione era stata istituita una “cabina di regia”, fortemente voluta dal presidente Lombardo e dall’assessore Armao”. CI RISIAMO. Ogni volta è sempre più difficoltoso, venirne a capo e mai definitivamente. La bellissima Sicilia, culla culturale, ma anche terra di conquista, è sempre in bilico fra il collasso e il fallimento. La politica, quella con la “p” minuscola, nel tempo, ha fatto più danni dei terremoti, delle guerre dei dissesti geologici messi insieme. In questi ultimi tempi di forte crisi economica, le casse delle pubbliche amministrazioni sono vuote e i conti in rosso. Le stesse casse rimpinguate dalle enormi tassazioni verso i cittadini, dagli aiuti statali e negli ultimi tempi, dall’Unione Europea, ma saccheggiate da politici corrotti e collusi, hanno generato il crollo dei servizi pubblici essenziali, come la nettezza urbana, la Continua..... INTERVISTA AL PROFESSORE VITTORIO SGARBI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Ho incontrato Vittorio Sgarbi, all'inaugurazione di un originale ed innovativo negozio di gioielli a Milano. Era presente nella qualità di “Testimonial” dell'iniziativa. Io invece, essendone venuto a conoscenza, mi trovavo lì opportunamente con lo scopo di intervistarlo. Mi presentai superando la folla che lo circondava. Quando sentì il nome della Testata Giornalistica, continuando a ripetere: Lo Strillo! Si, Lo Strillo! Si s'addice molto a me! Mi dica! Questa sera ha presentato il suo libro “CLAUSURA da suor Letizia a Salemi e ritorno” al Leoncavallo di Milano. Cos'è per lei il Leoncavallo? Cosa rappresenta? Il Leoncavallo è un'Istituzione Culturale, sorta in contrapposizione alle Istituzioni Continua...... INTERVISTA AL DIRETTORE: VITTORIO FELTRI
di Renato Catania tratta dal periodico "Lo Strillo" Colpisce... al cuore NON CREDO di esagerare se dico che Vittorio Feltri e il piu moderno e dinamico dei giornalisti italiani. Egli stesso non se ne rende conto facendolo apparire ancora piu genuino e spontaneo. Cio che maggiormente emerge dai suoi editoriali e la continua sfida con se stesso nella ricerca della coerenza, e ci riesce. Non parlo poi dell’impostazione che ha voluto dare al suo giornale dove l’ironia e la costante che accompagna il lettore. I suoi giornalisti sembrano gareggiare tra loro con giudizi ed idee sempre innovative e stuzzicanti mentre la libertà ideologica e sicuramente il loro denominatore comune. - Se le fonti di cui dispongo non mi hanno ingannato, risulta che la sua carriera giornalistica ebbe inizio a Milano presso la redazione de “La Notte”, dove il mio odierno Direttore Mimì De Simone esercitava la sua professione giornalistica da Continua...... Abbiamo incontrato Alex Castro, figlio di Fidel, alla sua esposizione fotografica a Milano
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" TROPPI MILITARI IN FAMIGLIA IL COGNOME CASTRO evoca solitamente Fidel, Cuba, l’Avana, la Rivoluzione, i ritmi cubani inventati ed eseguiti in maniera unica dal suo popolo a prescindere da ogni cosa. La grande sensibilità, affinata dalle difficoltà che il popolo cubano ha da molti anni dovuto affrontare a causa di una Rivoluzione controcorrente, rispetto all’America, ha accresciuto l’apprezzamento per gli eventi artistici che sono scaturiti, da questo meraviglioso popolo, dimostrazione che oggi, Cuba può vantare eccellenze di sensibilità artistica anche oltre la musica. Lo sta dimostrando Alex Castro, secondogenito del leader maximo Fidel, in giro per l’Italia con una mostra itinerante di fotografia, che con sapienti scatti ha colto sfumature di colori e immagini davvero straordinarie. A Milano, Continua...... |
CHIACCHIERANDO CON ALBERTO ANELLI POLIEDRICO AUTORE DI BRANI DI GRANDE SUCCESSO
L’IMPORTANTE E’, E’… LA MUSICA di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Da qualche anno ero incuriosito dal musicista Alberto Anelli, personaggio che attraverso i media è sempre apparso serioso e poco avvezzo a farsi notare. Ho scoperto che l’essere eclettico e raffinato gli ha consentito di cimentarsi in generi musicali differenti, firmando successi che si protraggono nel tempo. Il caso me l’ha fatto incontrare e dopo una chiacchierata preliminare, ho scoperto il vero animo di un artista, che senza compromessi, ma seguendo la sua sperimentazione musicale, ha saputo mostrare una personalità variegata. Nel salotto della sua bella casa, dopo esserci scambiati opinioni e qualche innocente “gossip”, abbiamo deciso di affrontare una chiacchierata dal sapore intervistatore: - Se dovesse definirsi come artista e musicista, in quale fascia si porrebbe? Assolutamente “pop” che sta per popolare, no “rock”. Amo le musiche che arrivano al cuore. Mi viene in mente un’intervista fatta a Baudo, nella quale, il giornalista lo definì, a ragione, nazionalpopolare, ma lui si offese come punto nel suo orgoglio di non si sa cosa. - D’altro canto è impensabile che un musicista possa ambire a essere ascoltato solo da un’elite. La musica è tutta bella. Piuttosto esistono tanti fattori che la fanno comprendere, tale, secondo il gusto musicale di chi l’ascolta. Condivido pienamente! - In Italia, la crisi discografica, ha causato uno stravolgimento delle dinamiche, sia in termini di vendita di dischi, che per cambio generazionale di stili musicali. I musicisti come lei come si confrontano con tal evoluzione? Sicuramente, da un decennio abbondante c’è stata una rivoluzione musicale abbastanza forte. C’è l’avvento, specialmente in questi ultimi anni, del “rep”, che ritengo, stia creando danni che si manifesteranno fra qualche tempo. In questo caso, non si tratta di parlare di bello o di brutto: Innanzi tutto il “rep”, non è nella nostra cultura musicale e sociale, perché nascendo dalla protesta dei ghetti americani, è lontana anche dalle nostre eventuali proteste generazionali, per cui non c’entra niente. Fondamentalmente veniamo da una cultura ottocentesca della musica. Siamo un popolo di melodiosi. In questi ultimi anni, tutto questo non sta più avvenendo e nei fatti si nota. Se consideriamo che anni fa, grazie anche a Sanremo, le nostre canzoni erano esportate; se pensiamo “Alla fine della strada”, “Gli occhi miei”, “Volare”, “Amore scusami”, erano tutte canzoni seguite e cantate anche all’estero; Donaggio, con “Io che non vivo” e molte altre. Tutto ciò era un grande conforto per la musica italiana. Non accade più, perché i nuovi musicisti, le nuove generazioni, non hanno fatto esperienza di quello che è stato. Hanno pensato di stravolgere tutto con esiti poco brillanti. Sono alla finestra a guardare. Per ciò che mi riguarda, quello che dovevo dimostrare l’ho già fatto, ma mi sento sconsolato. - Intanto, in Italia, si seguono le mode degli altri Paesi, con scarsi risultati. Secondo me, ci sono autori talentuosi, solo che i veicoli della musica sono la televisione e la radio, nella prima, vigono i sistemi santi in paradiso, politici e…, la seconda è volta a raccogliere indici di ascolto, per avere più pubblicità possibile e trascurano, durante la trasmissione, l’identificazione del “pezzo”. Trasmettono a ruota libera e l’ascoltatore non sa cosa ascolta. Uno dei peccati originali della nostra crisi, che risale agli anni 1978/80, è determinato, contrariamente alla Francia, dal fatto che non esiste una legge che obbliga le radio private a trasmettere il 60% del prodotto nazionale e il 40% di quello straniero. Apprezzo la buona musica straniera, ma non ammetto che la divulgazione della musica italiana debba soccombere per “misteriosi” motivi opportunistici. - Per le radio esiste un predominante discorso economico, per il quale il proprietario del pezzo musicale, per ascoltarlo alle radio deve pagare. Vede? È proprio questo il punto, se vigesse la regola francese, la ricerca dei pezzi sarebbe tutta a vantaggio della qualità. - La sua carriera musicale, l’ha vista cimentarsi con musiche da lei composte, per giovanissimi (Lo zecchino d’oro con Il caffè della Peppina). L’importante è finire per Mina, di forte impatto. Il suo animo artistico come coniuga tale ampiezza di generi? Me lo sono chiesto molte volte. Posso definirmi eclettico, variopinto? Non so. Può essere stato un mio “handicap”. So di aver fatto una scelta. All’inizio della mia carriera di musicista, sentivo che potevo scrivere di tutto, era sufficiente che riscontrasse la mia vena di autore, auspicando che piacesse alla gente. È stato così. Non mi sono mai posto paletti. - Per tornare “Allo zecchino d’oro”, che mi ha stupito. In quale stato d’animo era quando ha musicato “Il caffè della Peppina”? Certo, quando ti propongono un testo, che in questo caso consiste in una filastrocca, entri nel mondo dei ragazzi, per cui vai a vedere. Ho pensato: se la facessi a ritmo di tango, ai bambini potrebbe piacere? Se avessi dovuto limitarmi a musicare una filastrocca, sarebbe stato, per me, difficoltoso. Averla musicata a ritmo di tango, ne ha consentito il successo. Non dimentichiamo che dal 1971 è ancora oggi ascoltata. Il testo, ha contribuito ad amalgamare tutto. Il mio sistema di composizione è quello che deve essere proprio il testo a ispirarmi la composizione (non molti musicisti lo fanno). A quel punto faccio ricorso alla fantasia che mi consente di accompagnare il senso del testo, come un pittore davanti a una tela bianca può rimanere perplesso, ma quando si attiva il suo estro, parte sicuro. - A proposito di “Importante è finire”, che credo sia stato il pezzo che più l’ha identificata, può parlarmene? Il pezzo che mi ha fatto conoscere, al pubblico è stato “Tu sei quello” di Orietta Berti. Per un bel po’ di anni è stata la mia felicità, per un verso, una specie di dannazione per un altro. In quel periodo feci due pezzi, fra cui “Tu sei quello”, poi Orietta intraprese una strada più leggera, e mi trovai a essere l’autore che scrive per la Berti. Questo mi dispiacque, perche non mi sentivano autore di filastrocche. È stata la sua scelta che le ha dato risultati sia economici sia d’immagine. Quando si creò la situazione de “l’importante è finire”, anche lì sul testo, mi dissi: se voglio ritornare al mio esordio, questa è proprio all’antitesi, siamo proprio in un’altra dimensione. Sarò capace di stravolgermi musicalmente? Era una sfida. Ci ho provato ed è andata bene. Volevo dimostrare a me stesso e gli altri di sapere comporre altro. - Si può dire che ha scoperto una parte di sè, che aveva la necessità di emergere? Si! Sa cos’è? Molte volte e ne parlavo proprio con la Berti, quando c’è un successo su una canzone, gli “strali” vanno tutti nella stessa direzione: ci vuole il momento giusto, il cantante giusto, la canzone giusta, le parole giuste, l’arrangiatore giusto, la combinazione giusta: il successo è questo. - In una nostra precedente conversazione mi ha rivelato che il suo metodo compositivo si distanzia dai consueti dei suoi colleghi, perche lei trae l’ispirazione compositiva dal testo che le è proposto. Ci spiega questa dinamica? Devo prima ingoiarlo, digerirlo e ritirarlo fuori: è proprio una gestazione. Dico che le canzoni sono come figli, che come figli, nella vita, possono avere successo, mentre altri, pur essendo belli e talentuosi, avrebbero potuto vincere il titolo di”mister universo”, invece no. Perché? - Esiste un autore di testi che più si adatta alla sua sensibilità musicale? Qui andiamo sul complicato: autore di testi, più che autore di testi, ci sono certi autori di testi che mi avrebbero stuzzicato: De Andrè, Testa, Mogol. In assoluto, un autore che ho molto stimato, purtroppo non c’è più è Luciano Beretta. Con Luciano ho scritto “Tu sei quello”. In quel caso non ho scritto sul testo. Avevo una musica, dove ho lavorato molto. Lui abitava a Piazzale Bottini a Lambrate. La casa discografica, che era la Fonogram, mi ha mandato da lui. Allora non possedevo l’auto, ero arrivato da un anno a Milano e mi ci sono recato in tram. Mi ricordo che bussai alla porta di questa casa al primo piano, mi aprì la mamma, una signora, tipicamente milanese, mi fece accomodare. Beretta era già un autore di successo, per cui provai una certa soggezione. Lui era stato avvisato chi avesse scritto quella musica, gli chiesero se fosse disposto a scriverne il testo. Ci siamo messi in camera sua ad ascoltare. A un certo punto si assentò, perché l’aveva chiamato la Bianca Toccafondi, attrice di teatro e la donna di Giorgio Albertazzi. Sentivo che diceva: “Sì, sì perché tu sei quello”. Lei diceva, l’ho saputo dopo: “Perché tu sei quello che mi sa capire”. È tornato trionfante e disse: “ ho trovato il titolo, si chiamerà “Tu sei quello”. Da lì partì tutto. L’ispirazione di un momento, un dettaglio, che ti costruisce una storia. Nel giro di un paio di ore il Testo fu pronto. Ho fatto pochissime altre cose con lui, ma avrei dovuto ferne molte di più. Ho seguito la sua carriera. Luciano aveva già cominciato con Celentano, con il quale ha proseguito per molto tempo con pezzi di grande successo: “Il ragazzo della via Gluk”, “Svalutation”, “Chi non lavora non fa l’amore”, “24 mila baci”. Era sempre Luciano Beretta, aveva una fantasia sfrenata. Era un uomo dai 1000 interessi, di un garbato…anche se aveva dei problemi personali, non si era mai permesso d’importunarmi. Peccato non averlo frequentato come avrei dovuto e voluto. - Fra i cantanti italiani, chi ha meglio interpretato le sue intenzioni musicali? Contrariamente a quanti affermano di aver frequentato Battisti, io non l’ho frequentato. Ci conoscevamo perché avevamo lo stesso editore: Christine Leroux, in Corso Europa a Milano. Ho seguito tutte le sue evoluzioni musicali. All’inizio non aveva un paroliere. Uno del suo gruppo scriveva testi, un certo Roby Matano, che non era il massimo. Christine, tentò con Mogol, che lo prese sotto la sua ala. Mi ricordo un episodio della canzone: “Io vivrò”, che cominciava proprio così. L’editrice si accorse che mancava il cappello, all’inizio e introdusse “Non si muore per amore”… Battisti era molto timido. Non pensava di fare il cantante, ma aveva una voce particolare. Infatti, uno dei grossi problemi di oggi, che riguardano i reality musicali, è proprio questo: a che vale avere una voce gradevole se non hai un timbro riconoscibile? Un genere che non saprei fare è quello di Battiato, che mi diverte ancora. - Anche Battiato appare come un’anima tormentata, ma ritengo sia furbo nell’approccio con le canzoni: attinge molto dalla musica dei paesi arabi e porta in occidente un genere poco conosciuto, che ha il sapore della genialità. Io lo apprezzo perché quella di Battiato, non è un’operazione semplice. Ritornando a Battisti, utilizzava la cultura angla americana per trasportarla verso la comprensione italiana. - Lei ha lavorato con Malgioglio, paroliere fuori dai canoni consueti che ha scritto il testo de “L’importante è finire”, com’è nata la vostra collaborazione? Ero sotto contratto con la Curci, casa editrice in Galleria del Corso a Milano. In quegli anni ci s’incontrava tutti in Galleria del Corso. Un giorno nella sala d’aspetto della Curci incrociai Cristiano che mi disse: posso darle un testo da musicare? Mi diede un foglio di carta, vergato a mano, lo piegai in quattro e lo misi in tasca. Preso da altri impegni neanche lo lessi. Passati alcuni giorni mi chiamò a casa per chiedermi se lo avessi letto. Risposi di non averlo ancora fatto, quando mia moglie mi chiese chi fosse cui risposi che un tale mi aveva dato un testo da leggere. Lo leggemmo insieme, era un po’ fuori dai canoni. Volli provare e cominciai a lavorarci. Due anni prima avevo fatto un pezzo per Mina (Dichiarazione d’amore), era l’anno 1973. Il testo era di Vito Pallavicini, lo incise nell’album “Frutta e Verdura”. Un giorno, scendendo insieme a lei con l’ascensore, dal suo ufficio in via Senato a Milano, mi disse: - sai, mi piacerebbe fare una versione di “Tu sei quello” sul Continua...... UNA COMUNITA': "RAGGIO DI SOLE", UN GIOVANE, FRANCESCO, CHE HA TROVATO ASCOLTO
HO VISSUTO SU UNA SPIAGGIA PER 10 ANNI di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" “Sono guarito, signori: perché so perfettamente di fare il pazzo, qua; e o faccio quieto!
Il guaio è per voi che la viveteagiatamente, senza saperla e senza vederla la vostra pazzia”. Luigi Pirandello “SCORGO SU UNA DUNA una massa informe, scura, anche se il sole splende e infiamma la spiaggia di Porto Empedocle (Ag). La vedo muoversi impercettibilmente, da sembrare un effetto ottico. Mi avvicino incuriosito: no! Non può essere una persona abbigliata così pesantemente, con questo caldo, invece si è proprio una persona”. Iniziò così la mia scoperta dell’esistenza di Francesco: ricordo che era una delle mattine in cui affrontavo un lungo tratto sulla spiaggia che da Punta Grande conduce a Porto Empedocle, per la mia consueta passeggiata di oltre 8 chilometri fra andata e ritorno. Non distinguevo se si trattasse di un uomo o una donna, né l’età perché il suo corpo era completamente coperto da pesanti indumenti laceri e sporchi. Il viso era occultato da un brandello di sacco di iuta. Rimaneva immobile per poi all’improvviso, lentamente come bradipo si avviava verso il mare immergersi nell’acqua e sostarvi per lungo tempo. Ricordo che fui colto da una grande pietà frammista a curiosità di guardarlo in viso. Si fermava per ore immerso e immobile quasi a fondersi con l’acqua fino a sparire. Tutti i giorni, durante il periodo della mia vacanza mi recai nel solito luogo per vederlo e sperare invano di scorgere i tratti del suo volto. Le estati successive non cambiò nulla finché un giorno lo incrociai lungo la spiaggia, camminare spedito con il volto scoperto. Lo stupore fu grande quando mi accorsi che si trattava di un ragazzo, alto, apparentemente asciutto se non magrissimo. Coperto dagli stessi indumenti pesantissimi e luridi. Tornai repentinamente indietro e senza farmi scorgere lo fotografai alle spalle, accelerai il passo per fotografarlo in volto, ma si accorse del mio stratagemma e mi allontanò minaccioso: “a vò finiri o no”? Ricordo che mi scusai e lo vidi allontanarsi. Lo rividi molte altre volte per strada, anche d’inverno, scalzo con gli stessi abiti di sempre. Dopo qualche anno ritornai su quella spiaggia, ma non lo vidi più. M’informai e qualcuno mi disse che era entrato in una Comunità locale per un tentativo di recupero. Dopo qualche tempo, per caso, andai a salutare un cugino che gestisce un negozio di ottica in paese e lo vidi entrare, ben vestito, curato, capelli corti, abbronzato. Chiese di provare degli occhiali da sole, ne scelse uno e pregò mio cugino di metterlo da parte che lo avrebbe pagato e ritirato da lì a poco. Ovviamente bersagliai Totò (mio cugino) di domande e appresi dei progressi che aveva avuto nel suo inserimento tra la sua gente con l’ausilio della Comunità “Raggio di Sole”, nella quale abitava. Espressi il desiderio di parlargli tramite Totò. Il giorno dopo ricevetti la telefonata di mio cugino che mi annunciava il consenso di Francesco a essere intervistato. Esultai, ma si presentava il problema di scegliere il luogo più idoneo per l’incontro. Pensai subito di farlo nella sua Comunità, chiedendo il consenso al responsabile. Ottenuto un appuntamento con la sua terapeuta e responsabile, la d.ssa Rosano, mi presentai con 15 minuti di anticipo all’appuntamento. Fui accolto con gentilezza e disponibilità. Esposto il mio, progetto la d.ssa Rosano, iniziò a parlarmi dei progressi raggiunti da Francesco: “Gli abbiamo dedicato tanto tempo” mi disse, “Vuol dire soprattutto che questo risultato è stato possibile perché veramente c’è stato un lavoro in concertazione con tutti, con il CSM (centro di salute mentale) di riferimento, con gli operatori della struttura. Per agganciarlo gli abbiamo fatto un ricovero coatto. È stato ospitato in un’altra Comunità a Favara, ma non riuscì a integrarsi. Fortunatamente la d.ssa Passarello, titolare della struttura, qualche Continua...... INCONTRO CON IL SINDACO DI PORTO EMPEDOCLE (AG) CALOGERO FIRETTO
SICILIA “DEPREDATA E TRIVELLATA” di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" PARTONO le trivelle nel Canale di Sicilia. Il primo via libera è arrivato con la
pubblicazione del decreto del ministero dello sviluppo economico con cui è data la prima concessione di coltivazione d’idrocarburi relativa al progetto “Offshore Ibleo” di Eni e Edison al largo della costa delle provincie di Caltanissetta, Agrigento e Ragusa, attraverso impianti sottomarini, per la durata di 20 anni. - Signor Sindaco, lei, nella quadrupla veste di:
primo cittadino di Porto Empedocle, Deputato Regionale, probabile futuro Sindaco della città dei Templi e cittadino, è sicuramente la persona più adatta a esprimere un giudizio e attivare un progetto di approvazione o opposizione per l’ormai certa realizzazione di trivellazioni nel tratto di costa che va da Caltanissetta ad Agrigento e Ragusa per un’area di oltre 145 kmq e per una durata di 20 anni? “Su questo punto direi questo: mi pare che sulle trivellazioni ci sia stato un atteggiamento che viaggia per opposti. Cioè fino a un certo momento siamo stati proni a un indiscriminato utilizzo delle nostre coste con attività di prospezione e di ricerca. Oggi, invece muoviamo in materia emotiva e romantica, verso una deriva totalmente opposta, cioè non si deve toccare nulla. Solitamente gli opposti non accontentano. Comunque non rappresentano la via più adeguata rispetto alla complessità delle esigenze che vi sono dietro un’operazione di Continua...... ISOLA DEI FAMOSI 2012: PARLA CRISTIANO MALGIOGLIO
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" I CENTRINI DELLA MARINI “PICCOLI NAUFRAGHI tornano”: è sicuramente il caso di Cristiano Malgioglio, l’eterno ragazzo della musica italiana e della televisione popolare, che con la sua gioiosa presenza riesce sempre a migliorare gli ascolti televisivi. L’eclettico cantautore è stato scelto quest’anno per arricchire il gruppo che da una sperduta isola dell’Honduras, ci farà rivivere emozioni, con il suo modo di non prendere nulla sul serio e sdrammatizzando la grande situazione di disagio che viene a crearsi, secondo il già collaudato format televisivo. I partecipanti ufficiali sono tutti “vip” (per distinguerli dai non famosi delle scorse edizioni). Il giorno della partenza, riuniti negli studi televisivi di Mecenate a Milano, ho avuto la possibilità di vederli raggruppati in una zona dedicata della sede Rai. Da una serie di camerini dai quali si può comunicare verbalmente stando ognuno all’interno del proprio, mi viene regalato uno spaccato di comicità e leggerezza. Coinvolto nel vortice delle battute alternativamente dolci e velenose di ogni componente del gruppo, chiedo a Malgioglio provocatoriamente: - Cristiano, ma cosa le è passato per la mente? Lei che ha il cuore e la mente più giovani di tutto il gruppo, di mescolarsi con questa ‘frattaglia’ sull’isola dei famosi? Continua...... tratto dal periodico "Lo Strillo"
di Renato Catania Castro ed il socialismo, la nipote Mariela, figlia di raul, confessa di lottare per i diritti umani e per i gay “IL MODELLO economico socialista non funziona”L'ORSO si è svegliato dal letargo. Fidel Castro, apparso in pubblico, per la seconda volta dopo il 7 di luglio, quattro lunghi anni di silenzio, ha rilasciato la sopracitata dichiarazione, modello da lui stesso istituito nel 1959. Dichiarazione che ha successivamente smentito dicendo di essere stato frainteso... Fidel, salito al potere alla fine degli anni ‘50, è stato protagonista assoluto della politica cubana, chiudendo in una “gabbia dorata” il popolo cubano, al riparo della mania espansionistica americana. In tutti questi anni (fino al 2006), la rivoluzione ha consentito un processo di controtendenza rispetto al resto del Mondo. Non si è mossa foglia senza che Fidel... Continua...... INTERVISTA A DON MAZZI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Reverendo lei nasce a Verona…. Sono diventato prete per sbaglio. Pensavo ad altre strade più adatte al mio carattere, come la laurea in lettere, l’accademia musicale e lo sport. L’infanzia e l’adolescenza vissute sul filo della devianza, non offrivano certo garanzie per una dignitosa vocazione ecclesiastica. A 22 anni, però, un disegno molto più grande della mia capoccia, mi ha fatto piombare nel pieno dell’alluvione del Po. Ero, allora, educatore alla Città dei Ragazzi di Ferrara. Assieme ai vigili del fuoco , sui barconi traballanti, tra l’urlo sordo e minaccioso delle acque, sono andato a salvare la gente disperata sui tetti delle case. Quella notte ha cambiato profondamente la mia vita. Guardandomi in faccia ho pensato che un giovane a rischio com’ero, poteva salvarsi solo cercando la salvezza altrui. E così divenni prete. La domanda compressa di paternità che mi tenevo dentro, ha fatto quello che nessun altra fede avrebbe potuto fare. Da allora ho Continua..... INERVISTA AL GIUDICE ANTIMAFIA
DOTTOR NICOLA GRATTERI di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" “La politica non ha alcuna volontà di combattere la mafia. Anche in parlamento ci sono persone colluse e in mala fede, che scientificamente non fanno andare avanti quelle modifiche normative che consentirebbero di lottare davvero contro la criminalità”. Parole come macigni pronunciate da Nicola Gratteri, giudice antimafia ed uno dei pochi eroi del nostro tempo, rimasto quasi solo a combattere la ndrangheta, nell'ambito di una recente trasmissione televisiva. Nicola Gratteri, vive sotto scorta assoluta da diversi anni: da quando divenuto magistrato, antepose la volontà di combattere i nemici della sua terra, alla scelta di una sede di lavoro più tranquilla. L'emozione che mi colse, quando sentita la sua voce al telefono, mi manifestò l'intenzione di sottoporsi alle mie domande, è stata pari al grande spirito di parte che ci coinvolge quando leggendo i libri di storia, apprendiamo la vittoria dei giusti sui campi di battaglia. Signor Giudice, il suo impegno che ha anteposto anche alla sua vita, come nasce? Continua...... ANNAMARIA GHEDINA
Questi Fantasmi Intervistata da Renato Catania Non è stato facile avere un appuntamento. Tutte le volte mi rispondevano al telefono che era uscita da poco. Finché l’altro giorno mi sono appostato nei pressi della redazione del giornale da lei co-diretto, quando l’ho vista uscire dal civico 210 di Via Toledo a Napoli: erano le 13,30, l’ho riconosciuta avendo visto una su a foto pubblicata su una rivista che si occupa di esoterismo. L’ho bloccata proprio, mentre stava per sparire in una viuzza laterale. L’ho chiamata per nome, si è girata incuriosita, mentre immediatamente, mi sono presentato chiedendole un appuntamento per la mia Continua...... INTERVISTA AL DIRETTORE MAURIZIO BELPIETRO
tratta dal periodico "Lo Strillo" di Renato Catania Un simpatico antipatico IL SUO ASPETTO è serio. Sorride raramente, non ride mai. Con questi presupposti mi sono avvicinato timidamente alla redazione della Mondatori per intervistarlo. Maurizio Belpietro l’ho sempre guardato con ammirazione e soggezione: primo per come riesce a sostenere gli attacchi dagli avversari nei dibattiti, secondo per lo stesso motivo. Una cosa è certa, a mio modesto avviso, è uno dei direttori più seri e coerenti della stampa italiana. - “Il Giornale” che lei ha diretto sopporta da qualche anno il pesante fardello di appartenere alla famiglia Berlusconi. Quanto ha pesato sulla sua persona tale problema? "Non ha pesato. In dieci anni, Paolo Berlusconi è stato l’editore meno invasivo che ho avuto." - È evidente che la sua ideologia ha collimato con la linea editoriale del Giornale ed oggi di Panorama. Ha mai Continua...... Intervista a Serena Grandi
di Renato Catania Pubblicato su Grand Hotel |