Abbiamo incontrato Alex Castro, figlio di Fidel, alla sua esposizione fotografica a Milano
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" TROPPI MILITARI IN FAMIGLIA IL COGNOME CASTRO evoca solitamente Fidel, Cuba, l’Avana, la Rivoluzione, i ritmi cubani inventati ed eseguiti in maniera unica dal suo popolo a prescindere da ogni cosa. La grande sensibilità, affinata dalle difficoltà che il popolo cubano ha da molti anni dovuto affrontare a causa di una Rivoluzione controcorrente, rispetto all’America, ha accresciuto l’apprezzamento per gli eventi artistici che sono scaturiti, da questo meraviglioso popolo, dimostrazione che oggi, Cuba può vantare eccellenze di sensibilità artistica anche oltre la musica. Lo sta dimostrando Alex Castro, secondogenito del leader maximo Fidel, in giro per l’Italia con una mostra itinerante di fotografia, che con sapienti scatti ha colto sfumature di colori e immagini davvero straordinarie. A Milano, nell’importante sede del Centro Internazionale di Brera, alla presenza dell’autore, una magnifica serie di scatti straordinari raccontano momenti di di vita, panorami e immagini di forte intensità, che insieme mostrano un’altra faccia della controversa Cuba con la sua storia e la sua romantica decadenza. Abbiamo posto alcune domande direttamente all’autore per conoscerne l’essenza e cercare di capirne il carattere: - Maestro, dal figlio di Fidel, dai suoi scatti fotografici, ci saremo aspettato temi rivoluzionari e inneggianti i cambiamenti di Cuba. Ammiriamo invece la vera anima del popolo cubano e scorci di vita reale. “Si! È vero. Da ragazzo mio padre mi regalò una macchina fotografica, conoscendo il mio carattere riflessivo e sensibile. Spesso mi coglieva a osservare la natura, a soffermarmi sui panorami e da buon psicologo capì subito la mia tendenza artistica. Rimasi molto colpito e cominciai a cogliere situazioni e immagini con la mia macchina. Mille sono stati i dubbi prima di mostrare agli altri quella che credevo una mia debolezza, ma quando l’attenzione di molti si soffermò sul mio lavoro, giurai a me stesso che di questa passione ne avrei fatto una ragione di vita.
Questa mostra, che gli organizzatori hanno titolato: “Il cubano che parla con gli occhi “, credo racchiuda veramente il senso della mia passione. - Sappiamo tutti come nella sua famiglia il senso militare sia ben radicato. Come mai lei ha seguito un altro percorso? Sorride Alex e dopo un attimo risponde: “Troppi Castro in famiglia hanno seguito la carriera militare, io sarei stato in più”. Alex Castro mi dice anche che i pezzi più espressivi della raccolta saranno inseriti in un libro di prossima uscita, scritto da Antonio Crapanzano, noto autore televisivo e dal giornalista Luca Poma, dove episodi strettamente privati della famiglia saranno raccontati e commentati. Torino, Roma e molte altre città italiane ospiteranno questo evento, prima della prossima esposizione di Madrid. |
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