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Bonaccorti e Aureli, anche noi abbiamo incontrato gli angeli di Renato Catania Pubblicato su GRAND HOTEL «Riflessi in uno specchio, gli occhi di mio padre, scomparso quando avevo 19 anni, mi hanno salvato da un incidente», confida Enrica. Mentre Emanuela assicura di non poter fare a meno dell’aiuto del Cielo Sì, l’Angelo custode esiste. Io ne ho addirittura due: uno è mio padre, l’altro il grande Domenico Modugno. Entrambi vegliano su di me e in un’occasione mi hanno salvato la vita», ci confida Enrica Bonaccorti. «Io, addirittura, ci vivo con le “creature celesti”. Per carità, non fraintendetemi: non voglio dire di essere in Paradiso: sono Loro a essere qui con me su questa terra», sono le parole di Emanuela Aureli. La conduttrice e l’imitatrice hanno accolto con entusiasmo le nostre domande sul loro rapporto con gli Angeli, aprendo il loro animo con una punta di emozione. «Qualcosa di etereo mi è sempre accanto» «Sono convinta che vi sia qualcosa di etereo e spirituale che ci accompagna per tutta la vita», continua la Bonaccorti, 59 anni. «Se poi uno ci crede, è messo in una situazione di percezione maggiore rispetto agli scettici. Il mio Angelo custode l’ho visto da vicino, aveva gli occhi di mio padre». A queste parole, Enrica sospira e non riesce proprio a trattenere la commozione. «Ho perso papà quando avevo 19 anni e lui 48. Tra noi esisteva una solida intesa, caratterizzata da una grande affinità caratteriale. Quando viene a mancare un genitore, qualcosa di noi se ne va con lui, anche quando questo avviene in età avanzata, ma perderne uno o entrambi in giovane età vi assicuro che è un dolore molto profondo. Che si stempera con il passare del tempo, pur restando sempre vivo il rammarico di non aver detto loro le mille cose che nella vita ci accadono e non avere più la possibilità di ricorrere alla loro esperienza. È proprio nei momenti di difficoltà che sentiamo nel nostro cuore una profonda nostalgia dei genitori scomparsi. A me, però, è successo qualcosa di eccezionale, che va aldilà del semplice ricordo. Ero in macchina, fuori Roma, e stavo scendendo lungo una strada conosciuta per la pericolosità dei suoi tornanti», continua la Bonaccorti. «Dopo aver affrontato una curva, guardai nello specchietto retrovisore per controllare se altre auto si trovassero dietro la mia. Improvvisamente vi vidi riflessi gli occhi di mio padre: era il suo sguardo, non c’erano dubbi. Sconcertata e incredula, mi fermai a bordo strada e riguardai lo specchietto, chiedendomi: “Sto impazzendo?”. Per un attimo vidi di nuovo quegli occhi che mi avevano tanto sorriso quando ero bambina. Poi l’immagine sparì, lasciandomi esterefatta. Ci vollero alcuni minuti per ritrovare la calma, poi ingranai la prima per tornare in strada. Ma, prima di ripartire, pigiai istintivamente il pedale del freno e mi accorsi subito che i freni non funzionavano. Provai e riprovai, nulla da fare. Se non mi fossi fermata dopo aver visto quello sguardo nel retrovisore, sarei sicuramente uscita di strada, o andata a sbattere». «Ho attraversato tanti momenti di crisi» «In quel momento compresi: non ero impazzita, era stato papà a scendere dal Cielo per salvarmi la vita». Dicendo queste parole, Enrica rovista nella sua borsa e ne estrae una foto: è suo padre poco prima della scomparsa, un bell’uomo ancor giovane. La conduttrice ci spiega che dopo quell’incontro di tanti anni fa, il suo Angelo custode non l’ha più abbandonata: veglia su di lei ogni giorno, aiutandola nei momenti di crisi. Che nella vita di Enrica sono stati tanti. Come quando nel 1974, a 25 anni, divenne mamma di Veridiana e dopo pochi mesi rimase sola con la bambina perché il marito Daniele Pettinari prese il largo, chiedendo il divorzio. «In quei giorni mi furono accanto tre persone: mia madre Titti, papà dall’alto dei cieli e il mio amico Domenico Modugno», racconta Enrica, che all’inizio degli anni Settanta era entrata a far parte della compagnia teatrale che il cantante aveva fondato con Paola Quattrini. La Bonaccorti recitò con “Mister Volare” nella commedia “Mi è cascata una ragazza nel piatto” e compose per lui due canzoni: “Amara terra mia” e “La lontananza”. «Mister Volare era un amico: oggi mi protegge»
«Mimmo non solo era un grande cantante e un bravissimo attore, ma un uomo serio, sincero, creativo, amante della verità», ricorda la Bonaccorti. Un luccichio nei suoi occhi verdi tradisce la commozione, ma Enrica continua: «Anche Mimmo, come mio padre, adesso veglia su di me. Del resto lui è stato un angelo anche quand’era in vita. Sul lavoro era una persona unica. Nella mia vita ho incontrato moltissime persone dello spettacolo, anche di grande spessore, ma le qualità che erano racchiuse in lui non le ho mai ritrovate messe insieme in nessun’altro. Mi ha insegnato molte cose. Ancora oggi dopo anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1994, spesso mi ricordo di lui. Quando mi capitano situazioni o decisioni difficili, sento vicina la presenza di Modugno e mi ricordo con quanta tenacia affrontava la vita e tutte le sue esperienze artistiche, senza mai perdere la fiducia in se stesso». Anche Enrica, comunque, è una che non molla mai, come testimonia la sua lunga carriera nel mondo dello spettacolo e le diverse esperienze che ha affrontato: attrice teatrale, televisiva e cinematografica (dieci film all’attivo), sceneggiatrice di “Cagliostro” (interpretato da Massimo Girotti e Curd Jurgens), vincitrice del premio Flaiano per la sua attività giornalistica, presentatrice tv di quiz e della prima edizione di “Non è la Rai” (1991), trasmissione dalla quale sono partite tante donne che ora impazzano sul grande e piccolo schermo (Ambra Angiolini e Claudia Gerini, tanto per citarne alcune). Nel 2007 la Bonaccorti ha esordito anche come scrittrice con il romanzo “La pecora rossa” e poi è tornata al vecchio amore: la radio. Oggi, infatti, conduce su Radio Uno il programma quotidiano “Tornando a casa”. «Nella vita non si può contare solo sull’aiuto divino, ci vuole anche una grande dote: la versatilità», interviene Enrica, spiegando in poche parole come è riuscita a passare da un campo all’altro del mondo dello spettacolo continuando a mietere successi. Anche l’altra donna che ha voluto parlarci del suo rapporto con le
creature celesti sta collezionando applausi: Emanuela Aureli, 35 anni, è
infatti una delle protagoniste più acclamate di “Ballando con le
stelle”: bravissima, simpatica, sempre pronta alla risata. Quando parla
è un fiume in piena. «Nella mia vita sono state molte le prove
concrete dell’esistenza degli Angeli, ma una è stata particolare»,
racconta l’imitatrice. «Qualche anno fa, i miei familiari e io abbiamo
temuto per la salute di mio padre, che ha dovuto affrontare una
malattia importante. Eravamo disperati, la preghiera era il nostro
unico rifugio.
La scienza e il progresso tecnologico fanno la loro parte importante nel curare le patologie gravi, ma esiste un momento che tutti questi rimedi sembrano apparire inutili. A quel punto giunge la disperazione, ci si sente inutili ed impotenti. È qui che gli Angeli hanno riacceso la speranza nei nostri cuori, ridando vigore e vitalità a mio padre, consentendo un graduale miglioramento, fino alla sua totale guarigione . In molti momenti della mia vita ho sperimentato la mia sensitività nel percepire situazioni che gli altri non capivano come, appunto, quando papà ha rischiato di abbandonarci. Nei momenti più difficili della sua malattia, molte volte mi sentivo avvolta da una forza magnetica e spesso la figura sfocata di una presenza luminosa mi ridava vigore e speranza, infondendomi quell’ottimismo che mi è naturale e mettendomi nelle condizioni di dare speranza anche agli altri parenti». Emanuela si concede un attimo di pausa e sbircia i colleghi di “Ballando con le stelle”, che stanno provando con i loro maestri. Noi la incalziamo a continuare il suo racconto. «Dall’alto arriva su di noi una carica di ottimismo» «Oggi papà sta bene, certo l’attenzione sulla sua salute è molto vigile da parte di tutti i miei familiari, ma la grande fiducia e certezza della protezione degli Angeli ci carica di ottimismo». Secondo l’imitatrice, le creature celesti non proteggono solo dai pericoli della vita, ma intervengono anche quotidianamente per spronare le persone a dare sempre di più, a non perdersi d’animo, a mettersi continuamente alla prova. «Non posso dimostrarlo, ma sono più che certa che anche i miei adorati nonni vigilano da Lassù», afferma Emanuela. «Se oggi fossero ancora vivi, sarebbero felicissimi di vedermi danzare in tv. Io stessa non sapevo di avere queste doti per il ballo. Quello che ho provato sin dal primo momento, quando il mio bravissimo maestro Roberto Imperatori ha iniziato a impartirmi le prime regole, è stata una forte sensazione di leggerezza. Non dico che sia stato facile imparare, ma non è stato così difficile come prevedevo. Se non temessi di apparire blasfema, direi che i miei Angeli mi hanno aiutata anche in questa occasione. In pista mi sento molto libera di esprimermi, è una sensazione magnifica. Ritengo che questo sia l’espressione di un’anima che fino adesso è stata in silenzio e che si è svegliata». La dichiarazione di Emanuela è toccante. Ricordandomi della sua espressione mite, soffusa da profonda dolcezza, le chiedo se dietro alle sue risate c’è un carattere timido. Lei abbassa lo sguardo e risponde: «Bravo, è vero! In passato avevo il timore di non piacere, invece mascherandomi dietro i personaggi che imito riesco a liberarmi, poco per volta, della mia timidezza. E oggi che so anche ballare, almeno un po’, mi sento ancora più forte. Poi ci sono gli applausi del pubblico, un vero toccasana per la mia autostima. L’aiuto dei miei Angeli è proprio questo: l’Emanuela timorosa e insicura è letteralmente soppiantata dall’Aureli sicura di sé che guarda al futuro con rinnovato ottimismo». Una coinquilina davvero speciale
Da quando ha trovato il successo, l’imitatrice non si è mai allontanata troppo dalla famiglia che vive a Cesi, in provincia di Terni, che raggiunge appena è libera da impegni. Ma anche nei periodi in cui è stata costretta per lavoro a sentire mamma e papà solo al telefono, non si è mai sentita sola. «Il merito va anche alla persona che è stata mia coinquilina per qualche anno la mia carissima amica Mara Carfagna, che oggi con grande orgoglio mio e suo è Ministro delle Pari Opportunità», confida Emanuela. «Ricordo che Mara era agli inizi della sua carriera. Ci siamo incontrati negli studi televisivi di “Domenica in” nel 1997: io mi esibivo già come imitatrice, mentre lei, bellissima e molto giovane, aveva il ruolo di valletta. Siccome non avevamo soldi da buttare, decidemmo di coabitare dividendo le spese e facendoci compagnia. L’appartamento non era molto grande, anzi abbastanza piccolo. Fu veramente una gioia perché ebbi l’opportunità di conoscere una ragazza con la quale essere amica è un privilegio. Mara si è dimostrata una ragazza discreta e piena di attenzioni. Non abbiamo mai avuto occasione del minimo diverbio, anzi quando le nostre strade si sono divise per impegni di lavoro diversi, ci siamo molto rammaricate». L’Aureli vorrebbe chiudere qui, ma noi insistiamo perché ci racconti qualcosa in più della Carfagna, 33 anni. «Mara è una persona molto intelligente e preparata. È diplomata in pianoforte per cui possiede grande sensibilità musicale, ed è laureata in Giurisprudenza. Proviene da una famiglia perbene: conosco i suoi genitori che sono persone molto affabili e generose. Mara è una ragazza molto credente e timorata di Dio». L’Aureli parla con grande enfasi, a dimostrazione che l’amicizia con la Carfagna è ancora viva, nonostante le due donne si siano un po’ allontanate per motivi di lavoro. Mara è lanciata nel mondo della politica, Emanuela ci sorprenderà ancora a “Ballando con le stelle” e con le sue imitazioni. E pensare che quest’ultima da ragazzina sognava ben altro che le luci della ribalta. «Avrei voluto fare il medico, precisamente la pediatra. Oltre che guarire i bimbi malati, avrei voluto rallegrarli per vincere il loro sconforto e quello delle loro famiglie, sfruttando questa mia inclinazione comica». Facciamo notare a Emanuela che, perso un medico, abbiamo guadagnato una bravissima imitatrice. «I miei modelli sono stati Alighiero Noschese e Gigi Sabani, purtroppo entrambi scomparsi prematuramente», spiega l’Aureli. «Sabani era un vero amico, con un grande cuore e mi manca tanto. Ho avuto il privilegio di lavorare con lui. Questo mi è servito nel tempo, mi ha dato l’input per lavorare al meglio. Noschese, invece, è stato il primo, assieme a Loretta Goggi, capace di fare apprezzare agli italiani questo tipo di comicità evolvendola nel tempo. Puntava sul travestimento che era la sua anima, oltre alla fragilità della sua vita, che il tempo ha rivelato. La depressione ha vinto sulla sua arte». La nostra chiacchierata sta per finire, ma non prima di aver indagato sulla vita sentimentale di Emanuela. Ci aveva confessato di essere single e parecchio corteggiata. Ci sono state novità? «No. Negli ultimi giorni qualche corteggiatore si è fatto più insistente, ma io sono troppo impegnata con il lavoro per aprire il mio cuore. Sono certa che quando arriverà l’uomo giusto saprò riconoscerlo. E allora, si salvi chi può!». |
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