VOX POPULI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" DIRITTO AL FINE VITA È NOTIZIA recente dell’ennesimo caso di richiesta impellente di diritto al fine vita da parte di Davide Trentini, 53 anni, ammalato di sclerosi multipla dal 1993, che chiede da anni di mettere fine alle inimmaginabili sofferenze causate da questo incurabile male.
L’annuncio della fine è stato dato pochi giorni fa, proveniente da una clinica svizzera, dove aiutano a praticare il suicidio assistito. Davide è morto mezz’ora fa, ha comunicato la co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, Mina Welby. La signora Welby ha anche comunicato che si sarebbe autodenunciata ai Carabinieri per aver accompagnato Davide nella clinica di Basilea per porre fine alle insopportabili sofferenze attraverso il suicidio assistito. Davide Trentini, prima di partire, ha voluto affidare il suo ultimo grido alle pagine del “Messaggero”, auspicando, per l’Italia, un sussulto di civiltà facendo una legge, che consenta di decidere di porre fine a sofferenze inimmaginabili, nella sua casa, assistito dai suoi cari, che al suo pari hanno sofferto e senza essere costretti di recarsi all’estero.L’ennesima polemica tutta italiana, si aggiunge a mille altre, senza esito. Una legge che accolga il grido di dolore di malati e famiglie, è la grande assente. I nostri legislatori, i politici, la chiesa, non possono tacere difronte al dramma di queste creature abbandonate e delle loro famiglie. Le pietose associazioni e i loro componenti che si sobbarcano l’onere di assistere questi morti viventi, pur di alleviare sofferenze inaudite, violano le leggi italiane. I giudici, ipocritamente girano il volta dall’altra parte, se non addirittura condannano per reati di complicità in induzione al suicidio o altri simili,chi accompagna questi sventurati verso l’ultima meta.Insieme ai politici, che non hanno il coraggio didisobbedire ai dettami della Chiesa cattolica, che ottusamente, in nome di un Dio pietoso e misericordioso, interpretano il Suo volere come fosse il loro, c’è anche la magistratura, che se è vero che il ruolo dei magistrati è quello di applicare le leggi dello Stato, è anche vero che l’importante ruolo di autogoverno potrebbe agevolare la promulgazione di una legge ad hoc. Sono molte le domande che si pongono quelle schiere di sofferenti di patologie dolorose e inguaribili, nel chiedersi il perché di tanta crudeltà: dover vagare per l’Europa in cerca di un Paese la cui cultura libera e non imbrigliata da pregiudizi, possa porre fine a sofferenze insopportabili. Personalmente, premetto di avere molti dubbi sulla soluzione drastica di porre fine alla propria vita, volontariamente, attraverso l’utilizzo di apposite strutture sanitarie private, che attraverso movimenti meccanici, l'infelice creatura pone fine di suo pugno alla propria vita. Ma come si fa a essere sicuri di tale soluzione, se non si è immersi nel problema? Necessita sicuramente una possibilità contemplata dall’ordinamento giuridico di consentire a ogni individuo di decidere della propria esistenza, ove la scienza non abbia gli strumenti per risolvere queste terribili patologie. Ancora più toccante è stata la lettera che Luca Coscioni, affidò alla stampa, prima della sua morte avvenuta il 20 febbraio del 2006. Egli volle descrivere, quasi a informare, la dinamica del suo Male, quello che provava, mentre la vita voleva sfuggire, ma non lo faceva: “La malattia che mi ha colpito sta facendo diminuire il livello di ossigeno nel sangue e aumentare quello dell’anidride carbonica, poiché non c’è un adeguato scambio di aria ed è compromessa la funzione dei muscoli respiratori… Non posso che vivere il tempo dando più fiato possibile, che è anelito di amore e di speranza, a questa storia di libertà, di civiltà, di democrazia, di chi malato, ha il diritto civile di avvalersi del progresso e della ricerca scientifica, affinché il diritto alla salute, alla guarigione o comunque alla riduzione della sofferenza, vengano rispettati e non violati, da una legge-dogma di Stato, che in nome della fede blocca, sbarra la libertà di fare ricerca, di capire il mondo della vita e della natura”. |
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