VOX POPULI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" IL POPOLO RIVUOLE LA SOVRANITÀ PERDUTA “UMBERTO II”, detto il Napolitano, regna ancora. Senza nulla togliere alla carica Istituzionale ricoperta, senza nulla togliere all’uomo Giorgio Napolitano e con tutto il rispetto dovuto al Presidente, vertice di tutte le istituzioni del nostro Paese, da cittadino, da giornalista da osservatore da molti anni, delle dinamiche della Politica italiana, credo sia stato superato abbondantemente ogni limite. Quando parlo di limiti superati, mi riferisco principalmente alla fallimentare situazione politica, economica e culturale in cui l’Italia versa da qualche anno con una “escalation” di situazioni a volte anche grottesche. Questo Governo di cosiddetti Tecnici che sta governando l’Italia come fosse una delle Banche, che hanno in qualche modo gestito, e che quando li mettono in mobilità un’altra banca è pronta ad accoglierli, hanno anche loro fallito. I partiti nascosti dietro l’ombra di Monti, per non essere colpiti dall’insuccesso. Sembra un secolo che il Governo Berlusconi, eletto per volere degli italiani, costretto ad abbandonare il Timone per volontà delle opposizioni, lasciò il Paese, a sentir loro, in una disastrosa situazione economica, con bassa crescita, con un debito pubblico e con cifre a nove zeri. Il nostro amato Presidente, accogliendo il grido straziante di dolore degli economisti, delle banche, della Merkel di Sarkozy e dell’Europa tutta, ma non degli italiani, invitò il “malcapitato” a mollare. Lui con grande senso di responsabilità, con la speranza di condurre a buon fine tutti i procedimenti giudiziari a suo carico (per i 99% infondati, com’è stato largamente dimostrato), fece dieci passi indietro. Anche gli italiani fecero molti passi indietro, non rivendicando il loro diritto Costituzionale ad avere la parola democraticamente, fiduciosi nell’iniziativa presidenziale, per riportare il Paese, all’affidabilità e alla fiducia dei mercati. In quel periodo l’ombra gigantesca dello “spread”, di cui nessuno aveva mai sentito parlare, indicava che la differenza fra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi, aveva raggiunto distanze siderali e che necessitava un Governo credibile e capace di fare acquistare fiducia nei mercati per ridurre lo “spread”, almeno a livelli francesi, a quel tempo altalenanti tra 100 e 101. Il Presidente, i suoi consiglieri, parte della politica, ma non il popolo italiano, sollecitarono la formazione di un Governo Tecnico, che lontano dai giochi di potere della Politica, dagli imbrogli di quei politici trafficoni e soprattutto togliendo dalle scatole il vituperato Silvio, avrebbero portato il Paese alla normalità mettendo a posto i conti e finalmente far godere ai contribuenti secolarmente tartassati, il giusto e meritato benessere. Il Presidente si convinse. Assunse i professori e gli economisti che “tutto il mondo ci invidia”. Furono sguinzagliati tutti i Vice Ministri più qualificati con l’obiettivo di aggiustare l’immagine dell’Italia, concretamente riprendendo quella leadership che Berlusconi “aveva messo sotto i piedi”. Oggi dopo sette mesi, che nei Governi democristiani equivalevano a più di una legislatura, l’economia italiana si trova al punto di non ritorno: debito pubblico aumentato, crescita zero (-0,8%), cassa integrazione ad oltranza su una grande percentuale di aziende italiane, in attesa di licenziare, spread oltre 400 punti con toccate vicino ai 500, aziende che licenziano, e promettono ancora licenziamenti più massicci. I disgraziati cassintegrati, non percepiscono l’assegno dell’INPS da sei mesi e nessuno ne parla, neppure gli attenti e valorosi giornalisti di “Repubblica”. Imprenditori suicidi perché non possono pagare i dipendenti e sono costretti a licenziare, fiorenti e storiche Aziende che naufragano miseramente. I sindacati che durante l’era Berlusconi suonavano trombe e campane contemporaneamente per protestare se un operaio che commetteva un furto tra i bagagli degli aeroporti, era ammonito, con buona pace della sinistra, oggi minacciano tiepidamente, non garantiscono più nulla e da quando vige l’era dei professori, gli scioperi si contano in minuti non in giornate, l’IMU ha bloccato le compravendite d’immobili, con le rendite catastali moltiplicate per sessanta. Nessuno riesce a vendere, nessuno può comprare, le banche non concedono mutui e molto più... Presidente, con l’amore che un figlio ha verso il padre, ritorni nei ranghi, faccia il padre degli italiani e ridia senza indugio, al popolo la sovranità che gli spetta per Costituzione. Se proprio vuole fare un’azione forte, fosse anche la sua ultima cosa da fare a conclusione del suo mandato, azzeri tutti i partiti politici e i suoi figli la ricorderanno per sempre come il buon padre di famiglia così come si è proposto all’inizio del Suo mandato. |
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