VOX POPULI
di Renato Catania
tratto dal periodico "Lo Strillo"
IL SOGNO NEL CASSETTO DI PIETRO GRASSO
di Renato Catania
tratto dal periodico "Lo Strillo"
IL SOGNO NEL CASSETTO DI PIETRO GRASSO
16 marzo 2013, ore 8.00. Squilla il mio cellulare, è Pierluigi Bersani, che mi dice: “Piero, abbiamo pensato di proporre all’Aula il tuo nome per la Presidenza”. Accanto a me c’è, come sempre, Maria: mai avremmo immaginato una cosa del genere, siamo entrambi colpiti da quelle poche ma “pesantissime” parole. Seguono alcune ore concitate e, alla fine, i colleghi del Senato mi eleggono Presidente con 137 voti: un’emozione indescrivibile, un grande orgoglio e una enorme responsabilità. (dal sito: www.pietrograsso.org/la mia storia). CHI DI NOI non sa, nella propria vita, fin dall’inizio dell’età della ragione, sia
riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati, così come Pietro Grasso ebbe l’opportunità di fare, superando addirittura di diverse lunghezze i desideri e i sogni. Oggi Pietro Grasso si ritrova a ricoprire la seconda carica dello Stato, nella sua qualità di Presidente del Senato. Prima della conclusione della legislatura, che l’ha visto ricoprire tale incarico, diviene capo di un partito politico, spostato molto a sinistra, con velleità di ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio nella prossima legislatura. Fortemente voluto dal PD nel suo ruolo istituzionale, oggi, ha morso la mano che l’ha indicato nel prestigiosissimo ruolo. Non so neppure se la Costituzione italiana preveda, senza creare conflitto, che chi ricopra un così alto incarico costituzionale, possa improvvisamente fondare un partito politico e assumere contemporaneamente due ruoli che si escludono a vicenda. Grasso l’ha fatto, “Liberi e Uguali” è il suo realizzato sogno nel cassetto. Un conflitto simile l’abbiamo subito qualche anno fa, quando l’ex presidente della Repubblica Napolitano allo scadere del suo secondo e ultimo mandato, fu riconfermato al terzo, andando contro la Costituzione che poneva il limite di due mandati alla carica di Capo dello Stato. Nessun schieramento politico si oppose, perché il buon Napolitano seppe tessere una tela molto fitta che incatenava tutti i capi politici. Chi beneficiò di questa imposizione fu ovviamente la sinistra che fece i suoi comodi per organizzare e continuare il suo colpo di mano. Persino Berlusconi, maggiore vittima degli intrighi politici coadiuvati dalla Germania, votò a favore della rielezione di Napolitano, non intuendo le manovre scorrete perpetrate a suo danno. Oggi gli “attori” sono sempre gli stessi, è cambiato però il potere di ognuno di loro, a cominciare da Renzi, che ubriaco di potere e tronfio dei suoi successi, non si è accorto che i suoi generali tramavano, sobillati dai suoi rottamati (D’Alema, Bersani, Letta Monti, Prodi e altri personaggi minori). Tornando a Grasso, nonostante il clima sia cambiato, nessuna voce si è sollevata per evidenziare la scorrettezza non solo di stile della seconda carica dello Stato. Fra le pieghe della Costituzione italiana è stato impossibile scorgere il divieto per il Presidente del Senato, di assumere ruoli di parte per qualunque schieramento politico, ma Grasso l’ha fatto, fondando un partito politico: “Liberi e Uguali”, in barba al ruolo da lui stesso indicato nel suo sito autobiografico. Il buon Grasso è sceso anche lui dal carro del perdente. Nel farlo è riuscito a coagulare tutti i dissidenti del PD che fino adesso avevano attinto a piene mani del partito. Grasso si è assunto una grande responsabilità: sta contribuendo a distruggere il partito Democratico. Se in occasioni delle prossime elezioni politiche, ci fosse stata un minimo di speranza di riunire la vecchia nomenclatura, il Presidente gli ha dato il colpo di grazia. Questo ha aperto una grossa falla nel PD che con altissima probabilità perderà le elezioni. Tutto questo dimostra, a chi non l’avesse ancora capito che i nostri politici, nessuno escluso, non ha mai avuto il senso della propria ideologia politica, ma ha sempre mirato alla poltrona. L’amarezza che ci attanaglia, nel costatare che il bene del Paese è secondario rispetto all’interesse personale, è la prova della sfiducia degli italiani e della sempre più scarsa affluenza alle urne. |
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