VOX POPULI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" INGIUSTIZIA A NORMA DI LEGGE Dal lat. Iustitia (m), deriv. Di iustus ‘giusto’. Valore etico-sociale in base al quale si riconoscono e si rispettano i diritti altrui come si vuole che siano riconosciuti e rispettati i propri: trattare, giudicare con giustizia operare, amministrare secondo giustizia.
(Garzanti Linguistica) OGNI GIORNO, non so quante volte al giorno, l’ingiustizia italiana vanta innumerevoli vittime, non solo fra i giudicati, ma anche fra quei cittadini che chiedono giustizia. Qualcuno dice che il prezzo che la democrazia esige tra le molte cose è la tolleranza, ma quando è, troppo è davvero troppo. In questi ultimi anni sono di gran “moda” i femminicidi e gli assassini commessi da pirati della strada, nella gran parte dei casi ubriachi, drogati o entrambe le cose. I quotidiani, i rotocalchi, le televisioni hanno inserito nei loro palinsesti vere e proprie rubriche giornaliere, dedicate. Generalmente, nel nostro strano Paese, già in fase istruttoria, è sufficiente che un assassino chieda perdono o mostri pentimento per fare scattare lo scellerato meccanismo che riduce la pena. È notizia di pochi giorni fa di quel povero invalido che per mantenersi dignitosamente ha raccolto per una vita rottami di ferro. Abitava appena fuori paese e durante gli anni ha dovuto sopportare innumerevoli furti. L’ultimo in ordine di tempo, da parte di una banda di albanesi come riportato da “Libero.it” il 5 novembre scorso: “Non ce l’ha fatta Ermes Mattielli, l’artigiano 62enne di Velo d’Astico (Vicenza) ricoverato da due giorni all’ospedale San Bortolo dopo aver subito un infarto”. Mattielli era diventato suo malgrado famoso dopo aver subito una rapina nel deposito della sua attività. Mattielli ha sparato con la sua pistola ai rapinatori due uomini di origine albanese, ferendoli all’interno del cortile del deposito. L’uomo era stato condannato a 5 anni e 4 mesi per duplice tentato omicidio e doveva anche risarcire i due rapinatori con 135mila euro. Una cifra che lui stesso, intervenuto pochi giorni fa alla Zanzara su Radio 24 da Giuseppe Cruciani, aveva confermato di non avere, essendo stato, di fatto, costretto a chiudere la propria attività ed essendo rimasto senza soldi. Le condizioni di salute di Mattielli si sono aggravate nei giorni successivi alla notizia della condanna definitiva, fino al ricovero e poi al decesso in ospedale”. L’aspetto grottesco è che con molta probabilità gli aggressori diverranno eredi di Mattielli a causa del risarcimento previsto dalla condanna. Donne incinte investite mentre attraversano la strada sulle strisce pedonali. Ubriachi e drogati, che fuori dalle discoteche, lanciano l’auto a folle velocità e uccidono, rimanendo pressoché impuniti, perchè nella bella Italia se sei drogato o ubriaco hai licenza di uccidere. Donne uccise perché non vogliono piegarsi al volere dei mariti o fidanzati, i quali se chiedono “scusa” sono ai domiciliari o a piede libero, con l’atroce tormento da parte delle famiglie, di incontrare l’assassino e tutte le volte si rinnovano il dolore e la rabbia. Mille ancora esempi si potrebbero citare, senza mai finire. È una “guerra”. Perché? Di chi è la colpa? Sono i nostri Governi che promulgano leggi sbagliate che la magistratura deve applicare? È colpa della “democrazia” che deve essere garantista a tutti costi? Ebbene, siamo arrivati al punto che è più garantito un ladro, un assassino, un terrorista, che un cittadino onesto, osservante delle leggi. Qualche volta, i media ci informano di sentenze della magistratura che nello scrivere una condanna, interpretano la legge secondo giurisprudenza e coscienza. Deve sempre essere così: “Giurisprudenza e coscienza” ..si riconoscano e si rispettano i diritti altrui come si vuole siano riconosciuti e rispettati come fossero i propri…. I giudizi non conformi a questa regola sono immorali e spesso osceni. |
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