Renato Catania intervista Marcello Veneziani.Cultura, una parola in bocca a molti, si scrive, si parla e si straparla di cultura di programmi culturali, di uomini di cultura, in questo variegato panorama di chi si fregia essere e non lo è, di chi lo è non si fregia, di chi sostiene che la cultura è solo a sinistra, di chi dice che c'è anche a destra, noi pensiamo che la cultura è come l'Arte, non ha lati, non ha destra né sinistra, non ha neanche un centro, ma ha persone che esprimono punti di vista, idee, condivisibili o meno, che ci fanno riflettere, che ci fanno inc..re, che ci fanno condividere. Abbiamo incontrato Marcello Veneziani, perché ci incuriosisce la sua "penna", perché sta all' opposto ed anche perché s'è tagliato i baffi…..
- Chi è oggi Marcello Veneziani sulla ribalta politica, come uomo di cultura e, se mi posso permettere, nella vita privata? "Veneziani non c'è e non vuole esserci sulla ribalta politica. Preferisco scrivere, vivere e pensare. Non ho mai avuto militanza politica, ma in passato non ho rifiutato, pur senza cercarli, incarichi pubblici; oggi credo assai meno all'impegno civile. Preferisco puntare sui libri, sugli incontri e le conferenze, sugli articoli e i commenti. In piena libertà, all'aria aperta magari. Nella vita privata sono un cantiere in via di radicale ristrutturazione..".- Si reputa un conservatore, oppure ritiene che la Destra italiana di oggi possa dimostrare più dinamicità, considerando che i Progressisti, per definizione, sembra abbiano abbandonato definitivamente questo percorso? "Non mi spaventa la definizione di conservatore, anzi nel libro che sto scrivendo per Mondadori, 'Rovesciare il '68', la rivendico anche se io preferisco definirmi un conservatore rivoluzionario. Non mi spaventa essere né troppo conservatore né troppo rivoluzionario. Amo la tradizione che non è però culto del passato, ma senso della continuità." - Ritiene di essere idealista per ciò che riguarda la sua tendenza politica o condivide i percorsi a volte obbligati intrapresi dalla Destra italiana? "Penso che ogni passione ideale debba sempre impiantarsi su un sano e robusto realismo. Gli idealismi assoluti producono mostri o si riducono a impotenza." - Secondo Lei, prendendo come modello di sistema la “Democrazia Cristiana” dalle sue origini, attraverso i suoi splendori, considerato che all’interno della stessa vi fossero diverse anime che si chiamavano “correnti”, con un denominatore comune riconducibile all’anima del Partito che era la cristianità coniugata alla politica e che insieme hanno “regnato” per molti lustri, questo modello è ancora vincente per la gestione ordinata di un partito politico? Ed è auspicabile, considerato il successo ottenuto negli anni, che la Destra italiana consente al suo interno l’armoniosa convivenza di correnti senza demonizzarle come accade adesso? "Penso l'esperienza democristiana ormai conclusa e inservibile, con le sue luci e le sue ombre, nel nostro presente. È stato un sistema di governo, minimalista sui valori, maternalista sulle pratiche, che rappresentava l'anima prudente degli italiani, la capacità di mediare e di sopravvivere, magari anche a prezzo della dignità e dell'identità. Non condanno, ma non la propongo come modello per il domani. La destra così com'è ora non alcun senso, meglio confluire dentro un unico grande contenitore e lì dar spazio a tutte le anime e componenti."- La netta linea di demarcazione tra la politica di Destra e quella di Sinistra, ritiene essere corretto che esista nel senso che quello che per la Sinistra è sacrosanto non può esserlo per la Destra, o invece valori dell’una e dell’altra sarebbe onesto ammettere che possano essere condivisi? "Vi è una zona salutare di valori condivisi che entrambi devono riconoscere, magari declinando in modo diverso, con una differente scala di priorità: e c'è una zona altrettanto salutare di valori divisi che tali devono restare per rappresentare le reali diversità del Paese e l'essenza conflittuale della politica che non si può cancellare." - Ha dei miti? "Non si può vivere senza miti, anche se è da saggi saper alternare incantesimo e disincanto, capacità mitopoietica e demitizzazione. Vivo i miei miti in questa alternanza di fedeltà e irrequietezza: miti che sono autori e luoghi del passato, scorci di natura, rapporti umani e soprattutto sovrumani..." - Qual è il sogno che Marcello Veneziani vorrebbe realizzare con la saggezza dei 50 anni, pensando alle passioni della sua giovinezza? "I miei sogni sono interamente riversati sulla scrittura. Sono arrivato a dire che vivere è solo un pretesto narrativo per scrivere..." - Ha mai pensato di candidarsi politicamente per poter tentare di realizzare le sue idee politiche che a quanto pare a volte sconfinano cogliendo positivismo dalla parte politica contrapposta? "Per la ragione esposta in principio non ho mai pensato di candidarmi e tanto meno ci penso adesso. Al di là del facile disprezzo per la politica, credo che sia questione di indole, di attitudine. So fare altro, non saprei fare il politico e se fossi assessore mi arresterebbero dopo tre mesi per corruzione con prove schiaccianti pur essendo totalmente innocente. Il mio sarebbe peculato per distrazione, ma nel senso proprio della distrazione..." - Secondo Lei, da addetto ai lavori, la Rai si può ancora salvare seguendo il sistema di gestione attuale oppure suggerisce cambiamenti sostanziali o lasciarla precipitare per fondarne una nuova? "La tentazione spontanea è dire che non si salverà. Ma poi noto che la stessa cosa si ripete ormai da anni e perciò rovescio il pronostico, si salverà nonostante sia impossibile cambiarla, lo dico per esperienza sul campo che non ripeterei manco morto."- La nuova coalizione di Sinistra, mi riferisco ovviamente al PD, che ha generato l’esodo di parte della nomenclatura di Sinistra, avrà in Veltroni quel collante che amalgamerà le anime in pena della sinistra italiana? <b>"Veltroni mi è apparsa la scelta più giusta, è ecumenico, è la sintesi di tutte le sinistre, cattolici inclusi, e persino delle destre, del centro compreso il centro cinematografico. È un caleidoscopio che si è fatto persona, sostituisce la politica col moralismo e le illusioni ottiche, ma è un efficace comunicatore, al di là del gobbo invisibile. Il suo problema è che non potrà mai rispondere ai bisogni reali e diffusi del nostro Paese: più sicurezza, meno fisco, più identità, più famiglia, meno veltroneria." |
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