Intervista a Mario Mauro
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" QUANDO si pensa all’agricoltura è automatico pensare subito al contadino chino sui campi, ma è uno stereotipo che non corrisponde più alla realtà odierna di imprenditori o di associazioni di agricoltori che promuovono idee e azioni volte alla conservazione delle produzioni ed alla salvaguardia della dignità e genialità di chi opera in questo settore. Una di queste è “2014: per Agricoltura di Domani” il cui Manifesto è stato sottoscritto da Imprenditori, Tecnici, Docenti Universitari e Politici e fra questi l’on. Mario Mauro, vice Presidente del Parlamento Europeo e Rappresentante Personale della Presidenza OSCE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), che sostiene fattivamente questa Associazione. - On. Mauro la nostra Agricoltura può oggi avere un ruolo primario in Europa, considerata la vocazione agricola del nostro Paese? “L’Agricoltura ha recuperato un ruolo strategico in ordine dei futuri bisogni. Noi veniamo da un tempo in cui si pensava si contraesse la domanda di cibo, ad un tempo in cui ci si è resi conto che la domanda di cibo si è invece potenziata. La nostra agricoltura ha questi requisiti, perché mette insieme un gran numero di produzioni di carattere pregiato, con una sostanziale capacità d’innovazione. L’alta considerazione in cui è tenuto il nostro Paese è stata la premessa indispensabile perché l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare sia andata nel luogo giusto. La scelta di Parma, favorita da una attività lobbistica molto importante da parte del Presidente Berlusconi, ha fatto così preferire l’Italia alla Finlandia.” - I nostri prodotti godono di grande apprezzamento in tutto il mondo tanto da essere fortemente imitati. Perché tale eccellenza non può diventare una delle nostre maggiori fonti di reddito? “É sicuramente già una delle nostre maggiori fonti di reddito. Fa impressione però il fatturato dell’imitazione che è grosso modo 5 volte quello da noi realmente prodotto. Sono molte le Nazioni che ci imitano: la Cina per menzionarne una che è molto lontana da noi, l’America. Questo accade anche in Europa: la Germania, l’Olanda ed altre. In questo senso la tutela dei Marchi e dei Prodotti è un caposaldo intrinseco dell’attività dei nostri Organi preposti alla tutela dell’Agricoltura italiana, dalle Associazioni ed anche dei politici perché la battaglia per il prosciutto, il parmigiano, il cioccolato ed altro è da parte nostra imponente e continua.” - On. Mauro, gli Italiani sono poco informati sul ruolo del Parlamento Europeo e dei suoi membri? “Il Parlamento Europeo è quello che indica come si deve spendere il denaro che ciascun Stato conferisce per il Bilancio. Il Bilancio Europeo e composto da una contribuzione del 1% del Prodotto Interno Lordo (PIL) di ogni singolo Paese che viene distribuito secondo un criterio politico di priorità. Esistono perciò diversi Fondi Europei. Ad esempio: il Fondo di Sviluppo Regionale, che serve per aiutare quelle aree dell’Europa che sono più in ritardo con lo sviluppo. C’è il Fondo Infrastrutturale per le aree più depresse del sud Italia, della Spagna ed il Portogallo. Se prendiamo in considerazione aree che non siamo abituati ad immaginare, come bisognose d’aiuto: la gran parte delle Province dell’Est della Germania, ancora in queste condizioni dopo la caduta del muro di Berlino, la distribuzione è multiforme. Poi c’è un criterio di favore per la cosiddetta insularità. A questo si aggiunge il fondo per le infrastrutture, vale a dire quello che permette di sviluppare progetti Europei, sia nel settore dei trasporti che dell’energia. Nel settore dei trasporti le famose reti trans-europee, i corridoi, quindi la Rotterdam/Genova, la Berlino/Palermo, la Lione/Kiev. Tutti quei progetti che in qualche modo devono consentire la crescita del mercato unico. Accanto a questo l’Unione Europea si occupa di tantissime altre cose. - Quali sono le priorità che in qualità di vice-presidente presso l’U.E. oggi la riguardano? “In particolar modo sono il punto di riferimento per la nostra presenza nella Commissione di Bilancio dell’Unione Europea. Sovrintendo quella che è l’impostazione della spesa ed anche in Commissione Affari Esteri, perché gran parte della mia attività è dedicata alla Politica Estera, sia come azione con i paesi in via di sviluppo, sia come monitoraggio dei fenomeni di terrorismo internazionale e Immigrazione. Quelle che sono le sfide del momento. - A che punto è la Costituzione Europea? “La Costituzione Europea è bloccata dal referendum Irlandese. Sta di fatto che si rivoterà a novembre e se sarà positivo, a gennaio avremo il Trattato di Lisbona.” - Lei è stato nominato Rappresentante Personale della Presidenza OSCE (Organizzazione Cooperazione e Sviluppo Economico). Qual è il ruolo del nostro Paese? “L’Osce è un’ organizzazione internazionale a cui appartengono 56 Stati a pieno titolo che si propone, fra l’altro, di promuovere la presenza e l’effettivo contributo delle comunità religiose alla vita pubblica degli Stati aderenti, garantendo la loro specifica identità e riconoscendo il loro fondamentale contributo per la società. È centrale quindi il ruolo del nostro Paese, è speso sul piano dei diritti umani ed in questo caso il mio incarico è quello di difensore dei deboli sui temi del razzismo, della xenofobia e delle discriminazioni religiose. La difesa dei cristiani non è una esibizione identitaria, quanto piuttosto la libertà religiosa. Se questa manca, mancano le altre.” |
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