MARIO ORFEO
Direttore del Mattino di Napoli di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Giungo in taxi in Via Chiatamone, il traffico è esagerato, ma per Napoli è normale. Un palazzo annerito dal tempo si presenta ai miei occhi. E’ austero, sono un poco intimidito dalla storia del giornale Il Mattino, ma subito mi rendo conto del privilegio di intervistarne il direttore. Sono in anticipo come il solito. Poco dopo egli stesso si scusa per il ritardo, ma non lo è. Mi introduce amabilmente nel suo studio ed iniziamo subito l’approccio: – La sua precocità nell’essere stato notato, apprezzato, quindi giovane direttore di quotidiani è dipeso dal suo carisma o in parte dalla fortuna? Anche la fortuna è un elemento essenziale nella vita, che può darti l’occasione per poter dimostrare le cose che si sanno fare. Devo molto anche alla fortuna che contribuisce al successo. – Le note difficoltà da lei affrontate in questa Avventura, mi riferisco maggiormente alle incomprensioni con qualche esponente della Redazione, ritiene, abbiano modificato o modificheranno la sua strategia di Direttore? Incomprensioni no, dialettiche si. In ogni giornale qualcuno può essere contento, un altro meno. Credo che in questi 5 anni e mezzo di Direzione ci siano stati anche confronti importanti, ma molto trasparenti e lineari. Quando qualcuno non è stato d’accordo l’ha detto. Io ha spiegato perché si faceva in quel modo invece che in un altro, alla fine, abbiamo chiarito. Il rapporto per quanto mi riguarda è molto buono. Esistono elementi molto validi. Altri sono cresciuti in questi anni ed alcuni di loro hanno anche avuto promozioni significative. Ho grande stima di questa redazione. Ho trovato un’ottima squadra il cui dinamismo mi appaga. – Dirigere Il Mattino, uno dei più vecchi e gloriosi quotidiani, è più impegnativo del consueto? Essere a capo di un giornale è sempre molto impegnativo considerando la realtà napoletana direi che è particolarmente impegnativo. Questo, però, fa parte del fascino, della sfida. Fosse tutto facile sarebbe meno divertente. Le difficoltà, gli ostacoli, i dubbi sono la quotidianità e sono componenti indispensabili. Io stesso diffido di chi dichiara di non aver dubbi. Infine però è altrettanto necessario che presa una decisione, sia quella. L’armonia complessiva è sicuramente frutto dell’esperienza degli altri direttori miei predecessori coniugata con le mie esperienze vissute in altri giornali che spero contribuiscano al successo di questo quotidiano primo e mio dopo. Tra le altre cose io sono napoletano e questo mi fa sentire la passione ancora più intensamente. Se penso particolarmente ai miei predecessori che così gloriosamente hanno lasciato l’impronta in un giornale che è il primo in tutto il mezzogiorno, sento accendersi l’orgoglio che mi sprona ad innovare sempre più. – La particolare situazione Campana influenza o ha mai influenzato le sue decisioni editoriali? Mai! La politica non ha mai condizionato la nostra libertà d’informazione. Per fortuna siamo liberi ed abbiamo un editore che non ha mai chiesto nulla. Da tutti i punti di vista non ci siamo mai fatti condizionare. – Non mi riferisco all’editore, ma alla realtà napoletana che a volte ha risvolti fuori legge. Non abbiamo mai avuto paura della cattiva politica e credo che se Il Mattino non avesse esercitato una critica libera e puntuale, lo sfascio politico campano avrebbe sicuramente ritardato ad essere enfatizzato. Non abbiamo mai fatto scandalismo gratuito, non mi piace fare un giornale “urlato” che costringe spesso il giorno dopo a dover dire una cosa diversa dal giorno prima. Se c’è un modo serio, puntuale ed onesto noi l’abbiamo usato. Per quanto riguarda la questione ambientale dal punto di vista criminale, non io per primo, ma i miei cronisti, non hanno mai avuto paura di raccontare facendo nomi e cognomi. Non si sono mai tenuti niente nel taccuino. - E’ sicuramente questo, ciò che ci aspettiamo. Anche perché se un giornale prende posizioni forti, il lettore lo sceglie rispetto ad un altro. – Crede dottor Orfeo, che se Il Mattino si trovasse al nord potrebbe avere un altro approccio con le difficoltà? Se ci trovassimo al nord, faremo sicuramente meno fatica. Intanto ci occupiamo di tutto. Siamo nazionali. Lì avremo più concorrenti, ma un bacino di lettori più ampio. – Il sottoscritto nota che la linea editoriale da lei perseguita mostra grande equilibrio nell’informare e riferire fatti e accadimenti in modo asettico, quasi impersonale. Considerato che il suo modo di fare informazione è molto vicino alla radiocronaca nel senso che non si notano emozioni di parte specialmente nella politica, cosa che ritengo molto corretta. Non ritiene che qualche zampata potrebbe avvantaggiare la sua professione e il suo stesso giornale? Esiste nei giornali italiani una faziosità eccessiva. Per ciò che mi riguarda in tutti i giornali dove sono stato, ho fatto del garantismo la mia bandiera. Alcuni giornali, troppi, sono garantisti per uno, giustizialisti per l’altro. Se indagano sul mio gridano allo scandalo, se indagano l’avversario, bisbigliano. Questo ha contribuito per 15 anni che il problema giustizia non sia stato risolto. Personalmente non mi piace trasformare il giornale in strumento di battaglia politica. Quando ultimamente dopo la crisi della Casa delle Libertà, Berlusconi manifestò l’idea di fondare un nuovo partito politico, io scrissi che tutte le scelte furono legittime. Una cosa non è legittima: insultare non solo l’avversario ma anche l’alleato solo perché in quel momento non la pensava come lui. Noi dobbiamo controllare la politica non sostituirci ad essa. Molti giornalisti sono politici mancati e viceversa. Ritengo che una cosa è la politica un’altra è l’insulto accusatorio improprio. Questo atteggiamento lo hanno tenuto alcuni giornalisti e non Berlusconi, il quale e troppo intelligente per farlo. – Secondo lei Dottor Orfeo, di cosa avrebbe bisogno oggi la politica nostrana per mostrare un aspetto rassicurante al popolo elettore? Credo che i partiti non stiano bene. Sono d’accordo sul partito unico di centro destra. Potrebbe essere una grande svolta della politica senza condizionamenti da parte delle frange estreme. Nel panorama politico italiano vi sono personalità di spessore. Oggi se i due schieramenti riescono veramente a porsi come reale alternativa, affrontando subito la riforma elettorale, utilizzando il sistema tedesco puro, cui credo particolarmente, tornare ovviamente al proporzionale, affrontare la riforma della Costituzione con più poteri al “Premier”, la politica italiana potrebbe partire bene. – Considera il suo lavoro una priorità della sua vita o altri interessi lo affiancano? Lavoro e famiglia, banalmente sono le uniche priorità, ma il lavoro ha il sopravvento. Qualche hobby, ho giocato al calcio. – Nella vita privata Mario Orfeo è un sognatore o disincantato? Senza sognare di raggiungere un obiettivo vale poco. Il sogno di fare un giornale che stupisca, che sorprenda. Un’ottima squadra la possiedo, un pizzico di sogno e potrei sentirmi veramente realizzato. Il mio sogno di sempre? Continuare a fare il giornalista prima del direttore. Mario Orfeo, napoletano verace, conclude con un sorriso il nostro incontro di cui devo ritenermi soddisfatto. E dire che era cominciato tutto con uno scontro. |
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