INTERVISTA AL DIRETTORE MAURIZIO BELPIETRO tratta dal periodico "Lo Strillo" di Renato Catania Un simpatico antipatico IL SUO ASPETTO è serio. Sorride raramente, non ride mai. Con questi presupposti mi sono avvicinato timidamente alla redazione della Mondatori per intervistarlo. Maurizio Belpietro l’ho sempre guardato con ammirazione e soggezione: primo per come riesce a sostenere gli attacchi dagli avversari nei dibattiti, secondo per lo stesso motivo. Una cosa è certa, a mio modesto avviso, è uno dei direttori più seri e coerenti della stampa italiana. - “Il Giornale” che lei ha diretto sopporta da qualche anno il pesante fardello di appartenere alla famiglia Berlusconi. Quanto ha pesato sulla sua persona tale problema? "Non ha pesato. In dieci anni, Paolo Berlusconi è stato l’editore meno invasivo che ho avuto." - È evidente che la sua ideologia ha collimato con la linea editoriale del Giornale ed oggi di Panorama. Ha mai dovuto manifestare idee diverse da quella che la sua coscienza le dettava? "Io non ho ideologia. Ho delle idee e le sostengo con convinzione: è una caratteristica che tutti mi riconoscono. Si può pensare che io abbia torto o ragione, ma le cose in cui credo le difendo con passione." - L’editoria nostrana sta attraversando un momento di disaffezione da parte del pubblico. Nella sua qualità di direttore è stato mai tentato di mollare? "No." - Il suo trasferimento a Panorama è un premio o una punizione? "Né un premio (perché dovrei essere premiato e da chi?), ne una punizione (anche qui perché dovrei essere punito?). Ho ricevuto un’offerta di una nuova direzione e dopo 10 anni di Giornale ho deciso di accettare una nuova sfida: rilanciare un grande settimanale come Panorama." - Ho sempre seguito con molto interesse i suoi interventi in televisione. Li ho apprezzati per la profonda conoscenza di argomenti che spaziano dalla politica, all’economia e tanto altro. Non crede che tale propensione possa ben vederla alla direzione di Tg nazionali? "L’approfondimento e la conoscenza degli argomenti non è una caratteristica. Per dirigere un Tg, semmai è indispensabile far bene questo mestiere." - Quando lei si insediò alla direzione del Giornale, la proprietà si aspettava da lei remissione? "Difficile: venivo dalla direzione del Tempo, da qui fui licenziato in tronco per aver denunciato le pressioni sulla Corte Costituzionale. Sapeva che non mi piegavo facilmente." - Se dovesse fare autocritica su cosa la farebbe? "Se sbaglio ho l’abitudine di chiedere scusa, ma lo faccio subito, non dopo anni." - Il passaggio alla direzione di un settimanale le crea rimpianti rispetto alla direzione di un quotidiano? "No, è un’esperienza che mi appassiona. Nella mia carriera ho lavorato nei quotidiani e nei periodici, allaradio e in tv e con ogni mezzo mi sono divertito. " - Nella sua vita privata è un direttore? "No faccio il papà." - Ha mai dovuto ringraziare qualcuno per essere giunto al vertice della sua carriera giornalistica? "La nomina a direttore de il Giornale la devo ad Amedeo Massari, allora consigliere della See: mi aveva visto lavorare e mi stimava. Fu lui ad insistere: il Cavaliere nemmeno lo conoscevo e infatti lo incontrai settimane dopo essere approdato in via Negri." - Come risolverebbe la questione politica italiana così pregna di incertezze? "La bacchetta magica non ce l’ho,ma se l’avessi trasformerei il sistemapolitico in una Repubblica presidenziale con due partiti. Come accade in gran parte del mondo." - Cosa si aspetta del suo nuovo ruolo di direttore di Panorama? "Notizie. O se preferisce, scoop. Come ogni direttore." - Considerato che la direzione del settimanale che dirige, negli ultimi tempi ha avuto direttori con permanenze brevi nel loro ruolo, ritiene che anche la sua potrebbe essere breve o ritroverà la sua dimensione ottimale? "Direzioni brevi? I direttori stanno in media tre o quattro anni ed è più o meno la permanenza dei miei predecessori. Certo poi ci sono le eccezioni, al Giornale io sono rimasto 10 anni, ma è perché io mi affeziono alle testate per cui lavoro." - Si definirebbe “simpatico? "Mi vuole rovinare la fama?" Si conclude così l’intervista. Devo riconoscere che la soggezione mi è rimasta. Spero possa dissiparsi quando, pubblicato il gv viornale lo porterò personalmente al mio Direttore preferito Belpietro. |
Home
|