MARIO MANTOVANI
Senatore della Repubblica e Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture. di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" La responsabilità di un giornalista è di informare con obiettività, senza lasciarsi andare necessariamente a circonlocuzioni o battute pur di attrarre l'attenzione. Oggi come non mai, sembra che, più un giornalista riesca a sputare veleno, più crede di affinare la sua professione. Sfido qualunque giornalista, persino di Repubblica o dell'Espresso a dir male dell'intervista rilasciatami dal Senatore Mantovani, che nel suo Ufficio di Milano mi ha accolto con estrema semplicità e disponibilità, non eludendo nessuna domanda, anzi al contrario si è messo a disposizione dell'informazione per far conoscere la sua complessa attività Istituzionale. Mario Mantovani, tipica espressione della provincia milanese, ha dedicato tutta la sua vita agli altri attraverso la creazione di una cooperativa e di una fondazione dedita all'assistenza degli anziani. Laureato in lingue e letterature straniere, nel 1975 diviene direttore dell'istituto Padre Beccaro di Milano fondando due licei. Successivamente lascerà la scuola per dedicarsi alla solidarietà. La sua carriera politica coincide con la discesa in campo di Berlusconi nel 1994, riconoscendosi nello spirito innovativo e rivoluzionario della politica italiana del fondatore di “Forza Italia”. Per diversi anni lei ha ricoperto la carica di Parlamentare Europeo e di Vicepresidente dell'Assemblea Parlamentare paritetica Africa Caraibi Pacifico (ACP-Ue). Riassume ai nostri lettori in cosa è consistito questo incarico? É stata un'esperienza straordinaria. Importante e interessante, non solo per la mia crescita culturale, politica e sociale, ma anche per la mia vita. Venire a contatto con le realtà dei paesi ed in particolare dell'Africa Sub Sahariana, i più poveri del mondo, ha fatto crescere in me sensibilità ed attenzione incredibili. Ho lavorato dunque con grande impegno con l’obbiettivo di far crescere le economie locali, attraverso progetti di microcredito a favore delle piccole imprese e sostenendo la nascita di cooperative affidate anche a donne, liberandole così da ruoli di marginalità ancora troppo diffusi. L'Europa è il primo donatore al mondo per i paesi in via di sviluppo. L'alto tasso di analfabetismo rappresenta l'ostacolo più grande, ma attivando tali progetti che vertono anche sulla formazione professionale e sulla responsabilità individuale intraprendiamo la strada dello sviluppo e del rispetto dei diritti umani. Ci spiega come sogna l'Europa Unita? Vedo l'Europa come una grande comunità fondata su diritti e doveri per tutti i cittadini europei, salvaguardano l’identità dei popoli. Un’Istituzione in cui ogni Paese possa riconoscersi, rimanendo però padroni a casa propria. Sogno un'Europa federalista dove ogni nazione possa cedere sovranità per alcuni grandi questioni quali l’economia, l’immigrazione, la difesa, la sicurezza e la politica estera in un contesto globale che ci veda protagonisti nel mondo. Questi sono i temi. Per il resto se un cetriolo è più lungo in Italia rispetto alla Francia, non rappresenta né un problema né un ostacolo. Secondo lei è più difficile espletare l'attività Politica nel Parlamento Europeo o in Italia? In Italia abbiamo un parlamento più burocratico e per il quale sarebbe necessario una riforma dei regolamenti interni. Il parlamentare in Italia poi si rende conto troppo spesso di essere lì solo per premere un bottone. Questo francamente spegne gli entusiasmi e affievolisce la volontà di partecipazione. Nell'organizzazione europea lei sa al primo di gennaio cosa farà il venti di ottobre. Per cui organizza la propria vita, il proprio lavoro, il proprio impegno ed anche i propri sacrifici, finalizzandoli ad obiettivi chiari e precisi. Per fortuna con Berlusconi si sono ridotti i partiti e questo crea già più dinamicità. Senatore Mantovani, rispetto all'ultima consultazione elettore (Europee e referendum), Franceschini, segretario del PD, dopo la sonora batosta elettorale, ha dichiarato la propria soddisfazione per il voto europeo ed ha proclamato il declino del Popolo delle Libertà. Che ne pensa? Franceschini si è coperto di ridicolo, tanto è vero che è scaturita quella simpaticissima dichiarazione del Presidente Berlusconi: “Vorrei sempre perdere così”. Il resto si commenta da sè. Il nuovo segretario del PD è riuscito ad ammantare il proprio partito di scarsa credibilità nei confronti dei propri elettori e dell’intero Paese. Chi fa politica non può rinunciare alla proposta politica e preferire di cimentarsi quasi esclusivamente in attacchi personali al Premier. Franceschini non è più credibile presso gli Italiani e soprattutto presso i suoi elettori, oggi amaramente delusi. Lei è stato scelto dal Presidente Berlusconi per costituire e formare i “difensori del voto” che hanno presidiato i seggi elettorali per scongiurare il rischio di brogli. Come funziona? Dopo il triste epilogo delle elezioni politiche del 2006, che ci ha visti perdere il Governo del Paese per 24 mila voti, abbiamo colto il segnale d'allarme, avendo verificato la facilità con cui in ogni sezione elettorale si possa perpretare il furto di voti grazie ai professionisti della politica. Berlusconi ha così deciso di preparare un esercito di volontari, chiamati difensori della Libertà, per presidiare ogni seggio elettorale e difendere così la volontà degli Italiani, affidando a me il compito di coordinare ed organizzare i 70.000 che oggi compongono l’Albo nazionale dei difensori della Libertà. Attualmente ricopre l'incarico di Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con delega all’edilizia pubblica e statale. È nota la crisi economica mondiale che ha stravolto i progetti economici dei Governi. Quali sono state le conseguenze sul bilancio e sulle attività del suo Ministero? Nel bilancio dello Stato ho trovato numerosi progetti senza però copertura finanziaria, a causa delle ristrettezze provocate dalla crisi. In paricolare, relativamente al tema della casa, è come se noi andassimo a comprare un’abitazione senza avere i soldi in banca. Il Governo Berlusconi però non si è tirato indietro ma è riuscito, in un solo anno di attività, ad imprimere comunque una svolta di fiducia e concretezza: nei primi 100 giorni, il Parlamento ha già approvato il piano casa, sul quale stiamo lavorando e presto partirà. Ci risulta essere amatissimo Sindaco di Arconate, Comune in provincia di Milano. Ho l'onore di essere molto amato nel mio territorio. Mi sono insediato domenica 28 giugno 2009, dopo essere stato eletto con quasi il 70% dei voti, contraddicendo il “detto”: “Nemo Profeta in Patria”. Anche partendo dalle soddisfazioni che si vivono nella propria comunità, è possibile costruire poi i grandi progetti di carattere politico. Lei è noto anche per aver fondato diverse Case di Riposo in Lombardia all'insegna di assistenza sociale e sanitaria. Perché la Lombardia eccelle in questo settore rispetto ad altre realtà? La solidarietà e la generosità sono tratti che tipicamente contraddistinguono il nostro popolo lombardo. L’attività di assistenza e cura degli anziani, da mera attività di volontariato, è diventata espressione del cosiddetto mondo del “no profit” o il terzo settore, che coniuga l’attenzione alla persona alla ricerca dell’eccellenza socio-sanitaria. Si realizza dunque un’impresa di tipo sociale non a favore del profitto, ma a favore del beneficiario e della qualità del servizio prestato. Un suggerimento che darebbe al Presidente Berlusconi? L'Italia, dopo anni di isolamento internazionale, sta emergendo con forza ed autorevolezza, grazie alla riconosciuta leadership di Berlusconi non solo nel nostro Paese ma anche nel contesto internazionale. Basti pensare al ruolo di collegamento tra Russia e Usa e all’impegno militare a favore della pace insieme alle forze della Nato in Afghanistan. Consiglio quindi al Presidente di proseguire con quella costanza e tenacia che sempre lo hanno caratterizzato, infondendo negli Italiani la fiducia e l’ottimismo per la crescita ed il benessere del nostro paese. |
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