Pubblicato su STRUMENTI E MUSICA
JAZZ…UN PENSIERO IN CONTINUA EVOLUZIONE..... Intervista a FILIPPO PORTERA di Renato Catania Questa espressione, che racchiude l'idea della dinamicità della musica Jazz espressa dai suoi compositori, proviene da uno dei personaggi più geniali e innovativi delle composizioni musicali siciliane: Il maestro Filippo Portera. Quest’originale musicista ha fatto della musica la sua ragione di essere. Le sue composizioni hanno superato i difficili confini della sicilianità, facendosi apprezzare nel mondo jazzistico nazionale per le sue composizioni. “Empedocle” è la vera prima produzione del nuovo fermento artistico agrigentino. L'opera si dipana in due atti, dove il maestro Portera coniuga la musica “live” con la recitazione teatrale, concepita per Sei personaggi, Coro, Sestetto strumentale, Elettronica e Immagini, con i testi poetici in endecasillabi sciolti, ideati da Nuccio Mula, laureato in Arti Visive e discipline dello spettacolo e delle Arti, nonché giornalista e scrittore. L'opera racconta l'ultima notte vissuta da Empedocle, conclusasi con il salto nel cratere del vulcano Etna. Durante la stesura dell'opera è coniato il termine “ Teurgofonia”, che descrive la percezione sensoriale che pone gli spettatori in uno stato di naturale e totale ricettività. La declamazione verbale, raccolta in un libretto, descrive i rumori della natura suddivisi per “Canti” e un monologo di “Etna” e di “Empedocle”. Anche Pirandello, grande drammaturgo agrigentino, che tra le sue opere annovera “ I giganti della montagna”, incompiuta e ultima fatica del premio Nobel della letteratura, ha ispirato Filippo Portera nella stesura dell'Opera Musicale “I giganti della speranza”. Ci sarebbe molto ancora da dire su questo eclettico artista, per descriverne le composizioni e le emozioni e per questo che nell'intervista che segue potrete apprendere direttamente dalle sue parole, la passione e la genialità. Maestro: come definisce il genere musicale praticato da lei e dal suo gruppo? E' un pensiero in continua evoluzione. Un pensiero che, dopo aver scoperto la musica nella sua storia evolutiva, ha attraversato i campi di cotone delle libertà negate, ha navigato nel pensiero del 900 e nella libera musica della Composizione istantanea. Una continua ricerca espressiva per definire il linguaggio pensiero-suono, in un’evolutiva scoperta del nostro “essere”, che oggi ritiene importante un costante impegno verso i diseredati del mondo. I musicisti di oggi preferiscono esprimere la propria creatività verso i generi musicali che seguono la moda, intesa come gradimento di massa, il genere da lei praticato è veramente innovativo e oserei dire rivoluzionario. Me ne parla?
Ho sempre letto, “la musica è l'arte dei suoni” aggiungerei “e dei silenzi”. “ l'elemento indispensabile per la musica è il suono”, sì, ma non basta. I suoni sono il mezzo di espressione e di trasmissione del pensiero, è il loro contenuto, la loro carica emotiva, che prendendo magicamente vita, diventa Musica. Con la capacità di dare vita ai suoni si nasce, la tecnica e il tempo la elaborano e ne formano il pensiero. Il resto sono grandi esecuzioni, che danno gradevolezza di ascolto, apprezzamento per le qualità tecniche e propositive, ma sono prive della linfa vitale. La mia musica vuole mettere in comunicazione la propria anima con il pubblico, scuotendolo dal torpore dell'oblio e facendolo pensare. Cosa vuol dire oggi, comporre e praticare musica in Sicilia? Qui si apre un campo di battaglia, al quale Sandro ed io Sciarratta (contrabbassista), non ci siamo mai sottratti fin dal 1972, anno in cui abbiamo deciso (poco più che quattordicenni), di sperimentare ed eseguire solo nostra musica, mentre l'Italia e il mondo dei giovani andavano verso il rock. Agrigento è un posto magnifico per creare, c'è la grande storia, ci sono i grandi spazi e la grande natura a cui rivolgere lo sguardo, ma artisticamente è desertica , pur essendoci fame di conoscenza musicale, come hanno dimostrato, i tutto esaurito per ogni edizione dell'AgrigentoMusicaFestival , di cui ho la direzione artistica dal 2001, già inserito da Rai Radio Tre nelle programmazioni dedicate ai più importanti festivals italiani di jazz, e che ritornerà sulle scene per la prossima edizione della Sagra del mandorlo in fiore. Sopravvivere artisticamente è difficilissimo, se poi si porta avanti un discorso innovativo e rivoluzionario è una autentica impresa, per essere un punto di riferimento non basta essere al passo con i tempi bisogna precorrerli. I soldi possono risanare i bilanci, ma la vera rinascita di un popolo parte dalla cultura, dalla conoscenza. Da chi e cosa attinge l'ispirazione per le sue composizioni? Dal mare, dai grandi spazi, dalla grande storia di Akràgas, da Empedocle, da Pirandello, dal jazz e provenendo dagli studi di conservatorio anche dall’imponente storia della musica italiana. Sono dedicate ai due grandi pensatori di Agrigento due mie opere musicali, “I Giganti della Montagna” di Luigi Pirandello, e la Teurgofonia “Empedocle”, che contiene sia i Frammenti di Empedocle ritrovati, che i testi poetici di Nuccio Mula, e ripercorre il pensiero di uno dei più grandi filosofi della storia antica, nato ad Agrigento e colpevolmente quasi dimenticato anche dalla sua stessa città natale. Si può dare agli altri, quello che si ha, quello che si è, quindi prima bisogna “essere”. Qual'è il prossimo progetto musicale? Il prossimo avvenimento sarà l'uscita nel 2011 come KontaKtè trio, del nuovo lavoro discografico” Mythos”, dedicato ai miti di Akràgas, per la Splasc (h) Records, poi un nuovo progetto in duo con Sandro Sciarratta, la phonomatopea “Immagin/Azioni sonore”, che prevedono sulle immagini appositamente montate, l'esecuzione di tre Suite che s’ispirano ai disastri della guerra, alla non violenza, al problema della fame nel mondo e alla convivenza culturale e sociale. La diversità del pensiero e l'intuizione rendono l'Arte immortale. Ho cominciato poi a scrivere le musiche per “Le metamorfosi “ di Ovidio. Il jazz, filo conduttore delle sue composizioni, nel nostro Paese non riesce a decollare. Da cosa dipende? Forse alcuni jazzisti italiani non hanno capito che il jazz e crescita personale della propria mente e invece di cercare se stessi, si ostinano a eseguire decibel con inflessioni di stili, armonicamente ineccepibili ma privi di una storia, quella magia invisibile che cattura l'attenzione di qualsiasi pubblico. A questo si aggiungono programmatori di eventi (per fortuna non tutti), che per affarismo e incultura, usano la banale, mediocre televisione, come mezzo di pubblicità per i loro grandi eventi, che a sua volta la ripropongono tagliando fuori gli artisti veri. L'aveva predetto Pirandello nei Giganti della Montagna, lo stato di sopraffazione che l'Arte subisce da parte di mediocrità banalità e miseri condizionamenti ma, “nessun Gigante potrà mai fermare l'Arte” come si chiude la mia versione dell'incompiuta pirandelliana. Un suo sogno musicale? Fortunatamente sono tanti, ma ne elencherò qualcuno per questioni di spazio: Poter divulgare la mia musica e il mio pensiero per un dialogo più alto tra gli uomini. Poter contribuire al problema della fame nel mondo. Poter scrivere colonne sonore per il cinema il teatro e la danza. So di aver tra le mani qualcosa d’importante da poter dare e spero di poterlo fare. |
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