VOX POPULI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" LA (IN)VIOLABILITA' DELLA COSTITUZIONE LA CONTINUA esaltazione della democrazia da parte di tutti gli schieramenti politici, illude i popoli occidentali che la democrazia di ogni Paese è un bene incommensurabile. Per noi italiani, in particolare, ormai questo
concetto di democrazia è solo teorico. A partire dalla Costituzione Italiana, essa è violata tutti i giorni, cominciando dall’articolo uno: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Tratti successivi caratteristici sono poi: L’elettività. La temporaneità delle cariche pubbliche. “L’accesso ad esse non avviene per ereditarietà e per appartenenza dinastica, ma, appunto, per elezione, e la durata in carica non può mai essere vitalizia (se si esclude il caso particolare dei pochi senatori a vita), ma limitata ad un tempo fissato dalla legge, si tratti del Sindaco di un piccolo Comune o del Presidente della Repubblica”. Nelle ultime vicissitudini politiche questo è stato clamorosamente violato. Tutto cominciò quando con un sapiente colpo di mano attuato da qualcuna delle più alte cariche dello Stato, il Governo Berlusconi fu costretto alla “ritirata in campo”. Elezione del presidente: Per garantire un consenso il più possibile esteso intorno ad un’istituzione di garanzia, nelle prime tre votazioni è necessaria l’approvazione dei 2/3 dell’assemblea (maggioranza qualicata); per le votazioni successive è sufficiente la maggioranza assoluta. La carica dura 7 anni, ciò impedisce che un Presidente possa essere rieletto dalle stesse Camere, che hanno mandato quinquennale, e contribuisce a svincolarlo da eccessivi legami politici con l’organo che lo vota. La Costituzione Italiana non prevede un limite al numero di mandati per quanto concerne la carica di presidente della Repubblica. Il primo caso di riconferma del presidente uscente è datato 20 aprile 2013 con l’elezione di Giorgio Napolitano. Come si osserva, dalle poche righe precedenti si rileva per primo che la “sovranità appartiene al popolo..”. Tale sovranità è stata per tre volte elusa nell'avvicendarsi degli ultimi tre Presidenti del Consiglio, nominati (eletti) dal capo dello Stato, per cui l’unico ultimo legittimamente eletto è stato il Cavaliere Berlusconi, disarcionato in campo. Per ciò che riguarda l’elezione del Presidente della Repubblica è ancora più clamorosa perché se prima la Costituzione dice che la carica dura 7 anni e ne spiega le motivazioni, più avanti declama che la Costituzione italiana non prevede un limite per quanto concerne la carica di Presidente della Repubblica. Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia per varie legislature conosce la verità sui giochetti che indussero Berlusconi a rimettere il suo mandato nel 2011. L’ex ministro, nel suo ultimo libro “Bugie e verità la ragione dei popoli”, svela, dopo Alan Friedman, nel libro “Ammazziamo il gattopardo”. “Oggi è presentato come un successo, il fatto che lo spread sia tornato ai livelli del luglio 2011”, rileva Tremonti: vuol dire che allora le cose non andavano così male”… (Il Giornale 27 marzo 2014). e continua spiegando il complotto e facendo nomi e cognomi. Nel libro, che invito i lettori a leggere, spiega dettagliatamente tutta la vicenda. Chi non avrebbe potuto, perché la sua carica costituzionale non glielo consentiva, ne approfittò, assumendo poteri non dovuti, nominando presidenti del Consiglio, in sequenza per ben tre volte, partecipando al disastro economico conseguente. La Costituzione è stata violata non in nome del bene del Paese, ma in nome dell’atavico odio che divide fazioni opposte. Chi piange d’allora? Il Popolo, gli elettori non consultati per consentire l’applicazione della Costituzione italiana. Chi ride e gozzoviglia? La schiera di politici eletti da chi non aveva titolo. Democrazia violata, Costituzione inapplicata, caos economico, suicidi, fallimenti a raffica, economia fallimentare, mentre Renzi, l’ultimo illegittimo Presidente del Consiglio a mo’ di “pifferaio magico”, ci trascina nel baratro esattamente come i suoi più recenti predecessori. |
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