VOX POPULI
di Renato Catania “VITTIME” DELLO SCHOWBITZ …e lo spettacolo continua “Arrestato per usura, neomelodico. Partecipò a provino X Factor”.
Così titolavano molti giornali lo scorso 25 luglio 2014. La televisione ha fatto un’altra vittima. Vi chiederete cosa c'entri la televisione con l’arresto di un giovane accusato di far parte di un giro di usura a Napoli. Il ragazzo cui mi riferisco, Marco Marfè, reso noto nel 2009, per aver partecipato a provino di X Factor. Negli ultimi anni, autori televisivi, dopo avere scoperto il filone dei reality, hanno cercato di sfruttare la curiosità perniciosa del classico pubblico televisivo addestrando bambini e adolescenti a tenere la scena, con grande gioia dei parenti e il plauso smodato del pubblico televisivo, cui hanno fatto credere che ogni concorrente fosse un genio di talento. Trasmissioni, in entrambi i canali più famosi, che hanno fatto credere che si sarebbero aperte le porte del successo e del denaro. Scenografie degne di Broadway hanno incantato pubblico e partecipanti, guerre legali fra canali avversari hanno tentato di annientarsi con accuse di plagio. Giurie di esperti, musicisti e musicanti, parolieri e pettegoli, si sono arricchite. Bimbi timidi e complessati, trasformati in navigati divi. Nel frattempo le piccole vittime sono state manovrate da parenti e furbescamente adulati da autori televisivi. Milioni e milioni in ascolti e fiumi di denaro in pubblicità. Il canterino pubblico televisivo italiano che si nutre di pane e karaoke, che crede di essere grande esperto di musica, è coinvolto con le telefonate da casa e allora il fenomeno diventa globale. Ai bimbi, prima impauriti, poi tronfi e orgogliosi, fanno credere di essere dei talenti i loro sogni sono ingigantiti e nulla rimane dei giochi delle piccole emozioni alla scoperta del mondo casalingo. Guardano molto più in alto. Uno solo vince e verrà a sua volta rigonfiato e sfruttato. Agli altri non rimane nulla delle luci e della notorietà. I grandi pretendono di farli ritornare anonimi bimbi, ma non è mai così, il danno è ormai fatto. Faranno di tutto per rientrare nel mondo dello spettacolo e della popolarità. “Di tutto e di più” e di più com’è accaduto a Marco Marfè, colpevole di aver partecipato alla selezione di X Factor edizione 2009. Non passò per un isterismo di un giudice selezionatore cui non piacque il pezzo scelto per l’esibizione (gelato al cioccolato). Il ragazzo (o chi per lui) non si perse d’animo e con la sua esuberanza, di chiara matrice napoletana, incontrò la simpatia di molti. Nonostante non avesse partecipato al reality, è stato sufficiente aver partecipato alle selezioni e spiccò il volo nell’ambito campano e spesso anche nazionale, forse non per le sue doti canore, ma per la sua simpatica intraprendenza nell’affrontare la stampa incuriosita. Io stesso nel mese di febbraio del 2009, intervistai il ragazzo, che mi raccontò parte della sua vita fino a quel momento. Non pubblicai l’intervista perché la redazione del giornale, non lo ritenne. Oggi però, alla luce dei nuovi fatti desidero pubblicare l’intervista integrale, per dimostrare che i giovani devono vivere la loro età per gradi, assaporare le emozioni, scoprendo il mondo e cercare il successo nella vita attraverso ragionate vocazioni: MARCO MARFE’ Di Renato Catania “Balbettavo, non riuscivo a pronunciare una sola parola. Ero quasi muto. Fino all'età di 13 anni vivevo la mia vita a metà. Mio padre e mia madre erano disperati. Questa condizione mi dava tanto disagio. Vedevo i miei amici che si esprimevano tra loro con facilità, mentre io per comunicare potevo solo farlo a gesti o con mugugni. Ho sempre amato la musica fin da molto piccolo. Si sa a Napoli cantano tutti. Napoli è veramente la città della musica, della melodia. Sentivo dentro di me un grande desiderio di comunicare. Le canzoni le cantavo nella mia testa. I miei genitori cercavano di accontentarmi su tutto quello che desideravo. Capivo la loro angoscia e fin dall'età in cui cominciavo a comprendere, avrei fatto qualunque cosa per liberarli dalla disperazione di vedermi così”. Chi parla è Marco Marfè un ragazzone di 20 anni alto i metro e 85, occhi azzurri e tanta voglia di vivere. E' nato a Napoli, dove con la mamma, il papà e altri tre fratelli, nel quartiere Monte Santo possiedono la loro casa. Oggi sono una famiglia felice. La vita di Marco è stata costellata di dolore, angosce e speranze: “ Non ho potuto studiare come facevano tutti i bambini della mia età. Mio padre era alla continua ricerca di medici e ospedali che avrebbero potuto darmi la parola e tutte le volte che si accendeva una speranza, partivamo in cerca di un rimedio per la mia malattia ed ero costretto a interrompere la scuola, non riuscendo mai a frequentarla regolarmente. Questo fatto portava disagio a tutta la famiglia. Tutte le volte che si partiva, papà che faceva il cuoco, doveva abbandonare il lavoro e ovviamente se non lavorava, non portava i soldi a casa per mantenerci. Io sono il terzo di quattro figli. Ho due fratelli più grandi di me e una sorellina di 10 anni, che sono la gioia della mia vita”. Marco oggi parla tanto, non si ferma mai. Gli chiedo cosa sia accaduto dopo i 13 anni. Cosa gli abbia consentito di parlare e superare il suo dramma. Sorride, anche se prima ha tanto pianto e continua: “ Io non so se sono stato miracolato. Non so se quello che mi è accaduto è il destino che ha giocato questa partita con me ed ho vinto io, ma quello che ho vissuto è certamente straordinario. Avevo da poco compiuto 13 anni, mi trovavo a Ischia con alcuni miei coetanei, era estate. Sulla spiaggia, in prossimità del mare c'era un bar, dove tutti i ragazzi ci radunavamo per mangiare un panino e bere una Coca Cola. Fuori dal bar sotto un grande ombrellone c'era un jou- box”. Gli occhi azzurri di Marco sembrano perdersi nel ricordo di quel giorno e prosegue: “Qualcuno mise una moneta nel jou - box e uno dei più famosi successi di Renato Carosone, O Sarracino, sprigionò il suo ritmo a volume sostenuto. Improvvisamente mi sono sentito così coinvolto dalla musica dall'allegria dei miei amici, dalla bellissima giornata di sole sulla spiaggia. Spontaneamente senza quasi accorgermene mi misi a cantare seguendo perfettamente la melodia e il ritmo della canzone. Io stesso mi ascoltavo cantare con una grande emozione nel cuore. Non avrei mai smesso. I miei amici si sono avvicinati a me e guardandomi stupiti, hanno gridato al miracolo. Da quel momento in avanti, la mia vita è cambiata. E' stato un susseguirsi di avvenimenti. Finalmente quello che avrei voluto fare lo potevo realizzare. Volevo cantare. Oggi posso ritenermi avviato verso un percorso musicale che potrebbe evolversi. Ho già inciso 2 CD in uno dei quali ho inserito il brano Gelato al cioccolato di Malpiglio, che e diventato il tormentone di tutta Napoli. Ho fatto un provino a X Factor, che mi ha consentito di apparire su Rai 2. Sono stato intervistato da Barbara D'Urso su Mattino cinque ed ho registrato La vita in diretta. Ha già fatto diversi concerti, dove accorrono anche 5000 persone. Devo recuperare il tempo che ho perso. Il buon Dio mi ha aiutato nel superare tante difficoltà e mi aiuterà ancora per ricompensare i miei genitori dai grandi sacrifici che hanno fatto per me”. Marco mi ha raccontato la sua storia tutto d'un fiato. Lo stanno chiamando dalla produzione di X Factor, negli studi di Rai 2 in via Mecenate a Milano, per firmare alcuni documenti inerenti la sua apparizione nel programma. Ci salutiamo e mi promette che presto potrò ancora intervistarlo, questa volta dal palcoscenico di Sanremo di una delle prossime edizioni del Festival. Glielo auguro di vero cuore. |
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