VOX POPULI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" MATTARELLA: DA RE GIORGIO AL NOTAIO SANDRO “LE COLPE dei padri non
devono ricadere sui figli”. Questa frase “fatta”, ipocrita, si enuncia sovente quando, ai politici al potere, sono rinfacciate, dalle opposizioni e non solo, tradizioni familiari non proprio trasparenti. Se ne potrebbe fare un elenco interminabile nella nostra classe politica. Negli ultimi anni il procedimento di ascesa al potere politico è stato, di solito, inversamente proporzionale alle virtù. Oggi però, con una situazione politica che ha travalicato di misura la tanto decantata “democrazia”, mi voglio soffermare sullo stato dell’arte, fotografando gli uomini al Governo del Paese, in particolare sul Presidente della Repubblica Sandro Mattarella: Gli italiani, non hanno battuto ciglio, quando, il 3 di gennaio 2015 fu eletto Presidente Sandro Mattarella, anche perché in quel momento chiunque fosse stato nominato, avrebbe allontanato la possibilità di riavere Napolitano. Mattarella non ebbe molti consensi nei Palazzi. La gente comune ne conosceva il cognome a causa del fratello Piersanti, ucciso dalla mafia, durante il mandato di Presidente della Regione Sicilia. Il papà, importante esponente della Democrazia Cristiana, ebbe molto potere in Sicilia. Fu sempre, forse a torto sospettato di “di collusioni con la vecchia mafia patriarcale che aveva anche aiutato gli americani nello sbarco in Sicilia”. Secondo L’ex direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin. I quotidiani dell’epoca, parlano di Piersanti considerato “Avversario del banditismo separatista dell’Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia (Evis) e segnatamente del bandito Salvatore Giuliano. Mattarella fu accusato in aula al processo di Viterbo da Gaspare Pisciotta (quello che vendette Giuliano allo Stato su input della mafia che voleva continuare i propri traffici dell’epoca, tra cui quello embrionale di eroina sulla rotta Messico Stati Uniti) di essere stato uno dei mandanti della strage di Portella delle Ginestra (1° maggio 1947). Il movente era semplice: fare ricadere l’odio sul bandito e spezzare l’omertà che fino a quel momento lo aveva sempre preservato dalla caccia che gli dava lo Stato italiano. La mafia si sarebbe comprata i due luogotenenti di Giuliano che quel giorno avevano avuto l’ordine di sparare al comizio sindacale per aria e che invece mirarono sui contadini. Undici morti e la nascita del primo mistero d’Italia”, ricorda ancora Massimo Bordin. Ovviamente, gli italiani non avevano bisogno di un personaggio che per quanto di specchiate virtù, nel passato della famiglia si parlò spesso di macchie e misteri irrisolti, ma se è vero che “Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli”, gli stessi italiani scettici dovranno stare tranquilli e affidarsi completamente al loro Presidente. Certo il modo in cui il presidente del consiglio Renzi, impose Sandro Mattarella all’opposizione e a parte della sua stessa coalizione, sembrò bizzarro, ma la passività, l’inerzia e la strafottenza di molti italiani, ha consentito tutto ciò. D’altro canto, quegli italiani sono gli stessi che hanno permesso supinamente che re Giorgio nominasse tre presidenti del Consiglio, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi. Ognuno di essi ha nominato Ministri che hanno minato irrevocabilmente il sistema economico e lavorativo italiano, quasi per diletto, con le conseguenze che ben sappiamo. Adesso però, l’eletto “staziona” nel Palazzo , deve tutto a Renzi e questo non è bello. È passato un anno dalla sua elezione e gli italiani devono ancora capire. Il Presidente appare serio, non sorride, “ingessato” in abiti scurissimi, quando parla dice cose dotte, ma banali. Fino ad oggi, con tutto quello che succede nella politica italiana e non solo, non dice nulla d’indicativo. Appare notaio prende atto e segue il flusso degli accadimenti. Sembra essere passati dalla “monarchia assoluta” di Napolitano all’archivio notarile. Questo un po’ stupisce, guardando il passato politico di Mattarella, perché a tempo debito ha saputo sempre destreggiarsi nella fossa dei leoni della Democrazia cristiana di Palermo, all’epoca di Andreotti, De Mita e tanti altri, uscendo sempre indenne dai vari giochi politici, molto spesso al massacro. Questo ci fa ben sperare o ci fa fare un passo indietro? La sua “compostezza” è strategica o reale? Una cosa è certa: ci aspettiamo che sia il Presidente di tutti e che faccia valere i diritti di tutti, nelle diverse fasce di questa martoriata Nazione. “La speranza è l’ultima a morire”? Si! Non d’inedia. |
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