VOX POPULI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Nitto Palma: silenzio parla la giustizia OGGI, nel vortice della Politica, l’italiano medio, con tutta la buona volontà, riesce a malapena ad identificare qualche Parlamentare e qualche Ministro, figuriamoci a tentare di capire da dove arrivano e cosa hanno fatto nella loro vita precedente di liberi cittadini, se non quello che la stampa riesce a voler far intendere. Certo che, se la principale stampa nazionale, dovesse essere indipendente, non potrebbe tessere lodi di nessun politico o scovare meriti per i quali, potrebbero meritarsi l’arduo e ricco compito di sedere negli scranni dei palazzi del potere, ma come tutti ben, sanno, gli schieramenti della stampa, sono consentiti dalle stesse leggi italiane, che con contributi economici cospicui riescono a tenere in piedi un giornale. Il nuovo Ministro della Giustizia è Nitto Palma, sconosciuto ai più, ma ben noto falco dello schieramento politico di centrodestra. Dal 2001 milita, prima in Forza Italia, dopo nel PDL fino ad arrivare ai giorni d’oggi. Di origine siciliana, come il suo predecessore Alfano, Nitto Palma, ha ricoperto il ruolo di sottosegretario alla Giustizia, proprio nel dicastero che fu del siculo Angelino, passato da poco a dirigere la Segreteria del PDL. Lo conosciamo ancora poco, perché è passato poco tempo da quando è stato nominato Ministro e contrariamente alla forte imposizione fisica e mediatica del suo predecessore, dà la sensazione di volere essere poco protagonista di varie ribalte televisive o giornalistiche. Andando a ritroso nel tempo, mi viene in mente il buon Mastella, che durante il suo impegno ministeriale alla Giustizia, appariva oltre che da ottimo ministro anche come protagonista di fiction di successo. Per fortuna, dopo le sue dimissioni, le apparizioni come opinionista televisivo, ce ne hanno conservato il ricordo. Alfano, pur essendo molto carismatico, non è mai stato all’altezza di Mastella, figuriamoci il Palma, che sembra aver fatto della sua discrezione un’arte. La sua professione di magistrato e per di più schierato col Cavaliere, che di amicizie nella magistratura ne ha sempre avute ben poche, gli ha consentito di essere apprezzato. In precedenza ha assunto incarichi di rilievo: Giudice istruttore a Vicenza, sostituto procuratore della Repubblica a Roma, dove si è occupato del caso Moro, il processo alle brigate rosse, Gladio, Ustica, e molto altro. Un piccolo neo nella sua vita, che col senno del poi avrebbe potuto evitare, è stato la sua amicizia con Cesare Previti, star nazionale nel processo IMI-SIR, affidato ai servizi sociali ed interdetto dai Pubblici Uffici. Quello però, che gli ha fatto guadagnare un milione di punti, è stato il suo ruolo di promotore nel 2002, dell’immunità per i parlamentari, che prevedeva la sospensione dei processi fino al termine del mandato. Non fa nulla che la norma non andò in porto, ma intanto al solo pensiero che un magistrato avesse proposto una legge di tale portata, l’ha fatto entrare di diritto nella numerosa schiera degli “adoratori del dio sole”. Oggi, Nitto Palma, ha l’opportunità di scrivere una pagina nella storia di questo Governo, speriamo in punta di piedi, senza grandi clamori, ma con azioni espressive che sappiano coniugare intese costruttive ormai quasi irrimediabilmente deteriorate, fra l’Associazione nazionale magistrati ed una parte della Politica.
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