VOX POPULI
di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" Non ci piace più nulla TANTE COSE non piacciono più, neanche ai più accaniti sostenitori della Democrazia Italiana e perché no: di questa maggioranza di Governo. Noi popolo basso, che costituiamo la vera maggioranza, dobbiamo ammetterlo a denti stretti, ma è così. Abbiamo sperato, criticato, esaltato, condiviso, mugugnato, ma tutto legato al miglioramento della situazione vitale di questo Paese, con l’intento di proteggere i virtuosi altruisti governanti per amore e per rispetto. Abbiamo creduto che essere liberali potesse garantire noi egli altri dai guasti delle umane passioni, e debolezze legate al grande strapotere della Politica. Sono rimasti solo loro nei Palazzi dei Governi e delle opposizioni, isolati dal resto del mondo, presi dallo sbranarsi a vicenda ed accusarsi di tutto e di più. Molti di loro coinvolti in interessi privati, fruitori del Potere per scopi personali, corrotti da imprenditori desiderosi di arricchirsi, con lussuose abitazioni cedute a prezzi simbolici, viaggi all’estero spesati di tutto, posti di lavoro a parenti ed amici, per non contare di benefici Istituzionali, come macchine blu che li conducono in giro con le loro famiglie, aerei privati, che li spostano a destra ed a manca come nababbi da “mille e una notte”. L’elenco potrebbe continuare per l’intera pagina, senza esaurire i modi ed i luoghi. Da qualche tempo si suole paragonare i nostri politici a Caste, come fossimo in India, dove le Caste sono integrate nel tessuto sociale perfettamente legali, anzi legittime portatrici di privilegi ereditati, ma che non rendono assolutamente quello che accade in Italia. Le nostre caste sono vere Dittature a numero chiuso, che si generano in diverse categorie di potere: politiche, giornalistiche, di magistratura, caste imprenditoriali, commerciali, come avviene a Milano, dove poter accedere ad una attività commerciale in determinate vie, bisogna essere figli di. mogli di.. o legati a clan di vario genere, che amano introdursi minacciando o pagando chi decide l’accesso a quei santuari. Montanelli ci ha insegnato che al momento delle elezioni ci si doveva turare il naso e votare Democrazia Cristiana, per dire che a quella corrente politica non c’era alternativa e fra i mali peggiori occorreva scegliere il minore. Nelle ultime tornate elettorali abbiamo visto gli stessi elettori, turarsi il naso al limite dell’asfissia e votare qua e là, sapendo che esiste il peggiore e non c’è traccia di migliore, disorientati dai canti delle “sirene” di chi promette di aggiustare l’Italia e di sanare questo o quel territorio, dalle mafie in tutte le loro declinazioni. In questi ultimi anni ne abbiamo patiti di tutti i colori, angherie a tutti i livelli: guai ad aver bisogno di giustizia, perché i giudici si rivelano i nostri peggiori inquisitori; guai ad aver bisogno della Sanità, perché rischiamo di entrare in ospedale in discrete condizioni e uscirne storpiati a vita o defunti; guai se attraversiamo sulle strisce pedonali e siamo, come spesso capita, investiti da assassini della strada recidivi, perché questi verranno solamente ammoniti e se sono ubriachi o drogati, commiserati e capiti. Ma che schifo di vita stiamo vivendo? Molti di noi hanno perso il posto di lavoro, il potere d’acquisto dei nostri risparmi, evapora a vista d’occhio, quelli che sono riusciti a comprare una casa, con l’illusione condivisa da tutti, che investire sul mattone, sarebbe stata l’unica certezza di buon guadagno, sono rimasti fortemente delusi, perché se vogliono vendere la propria casa per sopravvivere, nessuno la vuole più, perché pochi hanno il denaro per comprare. Tutti i miti sono crollati, tutti gli ideali svaniti, l’incertezza del futuro amareggia chi si è sempre impegnato fortemente con il lavoro, perché nonostante gran parte dei soldi che per anni ha versato per la pensione e per la sanità pubblica gli sono stati sottratti per finanziare strade mai completate, ospedali costruiti, arredati con macchinari di alta tecnologia, abbandonati e divenuti ricovero per cani randagi. I romeni ci rubano le gronde in rame delle nostre case, i cavi elettrici dell’alta velocità , solo perché il prezzo del rame è lievitato fortemente e per la fame di rame si possono immolare tutti i diritti del mondo. Questi predatori rimangono impuniti, perché i giudici hanno un bel da fare ad intercettare politici scomodi per spazzarli via dalla ribalta politica o girare il volto da un’altra parte quando si tratta di dover giudicare qualche malaffare di amici degli amici. Non ci piace più nulla. |
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