PENSIONE ANTICIPATA PER CHI NON HA I REQUISITI FORNERO:
ECCO COME La Legge Fornero ha inasprito, a partire dal 2012, in modo tangibile i requisiti per il pensionamento. Col perdurare della crisi, l’aumento dei parametri di età e di contribuzione ha creato numerosi disoccupati ultracinquantenni, che sono rimasti senza lavoro e senza pensione: i “provvedimenti- tampone”, come salvaguardie e salvacondotti, sono riusciti a tutelare solo un esiguo numero di persone, rispetto alla totalità di chi si trova in stato di bisogno. Non tutti sanno, però, che la stessa Fornero, con la Legge di Riforma del Mercato del Lavoro, ha creato uno strumento, l’isopensione, che consente ai lavoratori di anticipare l’uscita dal lavoro di 4 anni senza perdere la retribuzione. Vediamo come funziona l’isopensione, chi può richiederla, quali sono i requisiti e gli adempimenti. L’ISOPENSIONE E’ UNA PENSIONE? Anche se, di fatto, l’isopensione è assimilata alla pensione anticipata, formalmente è un trattamento a sostegno del reddito, come la disoccupazione e la mobilità: è quanto confermato sia dall’Inps che da una circolare del Ministero del Lavoro.In particolare, la prestazione alla quale il lavoratore ha diritto è di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alla normativa vigente. Il datore di lavoro è obbligato al versamento della contribuzione fino alla data di raggiungimento dei requisiti per il pensionamento. ISOPENSIONE, CHI PUO’ RICHIEDERLA Non tutti i lavoratori possono fruire di tale sistema di pensionamento anticipato, ma soltanto il personale di aziende che occupino mediamente più di 15 dipendenti, ai quali mancano non più di 4 anni al raggiungimento dei requisiti per la pensione. Per essere sicuri del possesso dei requisiti, è opportuno richiedere all’Inps (direttamente online o tramite patronato) l’Ecocert, cioè l’Estratto conto certificativo: si tratta del documento in cui appaiono tutti i contributi accreditati a favore del lavoratore e gli anni nei quali sono stati effettuati i versamenti contributivi. Qualora l’interessato si accorga che mancano dei versamenti all’appello, potrà segnalarlo all’Inps mediante la funzione “Segnalazione contributiva”. COME RICHIEDERLA Il lavoratore non può domandare autonomamente l’isopensione: la procedura di richiesta è piuttosto complessa, deve essere effettuata dall’azienda e necessita della stipula di accordi sindacali in merito. Vediamone i passaggi essenziali: – l’impresa individua l’insieme dei lavoratori in esubero e dichiara il dato al Sindacato; – viene sottoscritto un accordo sindacale, che individua, quale eccedenza, l’insieme dei lavoratori che entro 4 anni possono accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata; – l’azienda propone la pre-adesione ai lavoratori interessati e presenta all’Inps le pre-adesioni e l’accordo sindacale; – l’Istituto valuta la posizione dei lavoratori interessati all’adesione ed invia all’azienda un documento di stima della spesa nel periodo di prepensionamento; – i dipendenti interessati vengono informati riguardo ai calcoli dell’Inps e decidono se accettare, o meno, l’isopensione; – prima che l’Inps liquidi l’isopensione al lavoratore, l’azienda è tenuta a corrispondere all’Istituto gli importi conteggiati; il pagamento può essere unico o rateale, ma l’impresa è tenuta a predisporre a garanzia del debito una fideiussione bancaria; – una volta effettuati tali adempimenti, l’isopensione è posta in pagamento. INDIETRO NON SI TORNA Una volta ricevute le stime dell’Inps, se il lavoratore decide di aderire definitivamente all’isopensione, non potrà più tornare indietro, in quanto il rapporto di lavoro si considera cessato. Il lavoratore, contrariamente a quanto normalmente previsto per i trattamenti a sostegno del reddito, può essere cumulato con eventuali redditi da lavoro dipendente o autonomo. L’Inps non può dunque effettuare alcuna riduzione dell’importo della prestazione in caso di rioccupazione. ARTICOLO RIPORTATO DA “QUI’ FINANZA”. |
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