SPACCATO DI PROVINCIA NELLA CITTÀ PIRANDELLIANA: A COLLOQUIO CON UN DIPENDENTE DELL’ENTE PROVINCIA
NON CI AMMAZZIAMO DI LAVORO: CHE NOIA VEDERE FILM AL COMPUTER di Renato Catania tratto dal periodico "Lo Strillo" È NOTIZIA di questi giorni che la regione Sicilia, ha già
approvato la legge che abolisce le Province. La notizia è apparsa su tutti i giornali. In realtà è un evento. Il provvedimento, se ben fatto potrebbe innescare la serie di atti che tenderebbero al risparmio della spesa pubblica. Intanto, attraverso l’intervista che segue, rilasciatami da un anonimo dipendente della Provincia di Agrigento, è descritto lo stato dell’arte, oggi, nelle Province italiane. - Il disegno di legge per l’abolizione delle Province, in Sicilia, è passato anche con i voti del Movimento 5 stelle. La Sicilia ha precorso i tempi, rispetto al resto del continente. Secondo lei, sarà un provvedimento avventato che penalizzerà la cosa pubblica? “Il provvedimento in se è sicuramente da “encomio”, la cosa che preoccupa è che i politici, per amore di “potere”, possano sporcare l’iniziativa al punto da renderla complicata e in sostanza inutile. Il mio non è pessimismo, ma basta guardarsi indietro per accorgersi che l’Amministrazione pubblica in tutta Italia è un colabrodo che dissipa inutilmente denaro pubblico”. - A dirlo è un dipendente della Provincia di Agrigento. Da quanto tempo è dipendente provinciale? “Da 2001”. - In quale città è la sua sede di lavoro? “Agrigento”. - Che opinione ha dell’Ente in cui lavora? “Ho firmato perché chiudessero le Province. Ritengo davvero che la provincia sia un Ente inutile, così com’è concepita, almeno la Provincia di Agrigento. L’ho scoperto quando sono stata assunta”. - Che cosa intende per Ente inutile? “Secondo me le competenze delle province possono essere espletate dai Comuni per il territorio competente. C’è da dire anche che molte competenze sono espletate da entrambi gli Enti, creando confusione e ritardi attuativi. Inoltre esiste un fiorente sottobosco di persone che non lavorano o che comunque non sono utilizzate. Per ciò che mi riguarda, se il mio dirigente non mi assegna una competenza di lavoro, che faccio? Non posso arbitrariamente accaparrarmi un Servizio. C’è un enorme esubero di personale per scarse competenze”. - Nel suo settore in quanti siete? “Siamo in diciotto”. - Quanti di questi lavorano? “Poco, solo cinque dipendenti, gli altri molto saltuariamente”. - È un fenomeno recente? “Non ci siamo mai ammazzati di lavoro, ma negli ultimi anni è stato il nulla. In media siamo impegnati nel lavoro un’ora o due al giorno”. - Ritiene di essere scontenta di questa situazione? “Sì, si! Dovrebbero risarcirmi per il mancato utilizzo dei miei neuroni. Ho cercato d’inventarmi un lavoro, secondo le mie competenze, consigliatomi espressamente da un assessore e sono stata più volte ammonita, perché avevo osato propormi e impormi per portare avanti nuove situazioni di lavoro, a costo zero per l’amministrazione, ma comunque servizi per il cittadino. La parte politica della Provincia non è mai andata d’accordo con la parte amministrativa. Da quando mi trovo in questo settore, ci sono state pochissime e scarne iniziative tali da essere considerate progetti condivisi di lavoro”. - Come sono i rapporti con il dirigente del Servizio? “Nessun rapporto, esce dalla sua stanza solo per andare al bagno”. - È una signora? “Sì.” - È a conoscenza se questa signora lavora? “Non lo so, rimane chiusa nella sua stanza, nessuno di noi ha l’occasione per entrare”. - Qual è il compito lavorativo di questa dirigente? “Dalla situazione è evidente che si trova in quel posto perché c’era una poltrona vuota da occupare. Non ricordo di essere stata mai chiamata per una riunione volta alla programmazione del Servizio. Auspico veramente che la situazione si sblocchi, chiudano le Province e che si trovino situazioni serie di lavoro per soluzioni produttive”. - Se dovesse descrivere lo stato d’animo suo e degli altri colleghi come lo definirebbe? “Ci annoiamo da morire. Siamo veramente stufi di guardare per tutto il giorno film al computer”. |
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